Extension fatte con capelli veri: ecco l'inquietante segreto che nascondono
La moda delle extension è molto diffusa in tutti i paesi occidentali e molto apprezzata sia dalle persone comuni che dai personaggi famosi. Pochi però forse si sono chiesti da dove possano venire i capelli umani che le compongono. La risposta, come spesso accade, non vi piacerà.
Gran parte delle extension arriva dall'India, un luogo in cui le donne vantano folti capelli molto resistenti. Ogni anno centinaia di uomini e donne raggiungono a piedi i templi per adorare il dio Vishnu, al quale secondo la tradizione offrono i loro capelli come dono in cambio di purificazione o miracoli.
I capelli vengono tagliati in enormi stanze adibite allo scopo, in cui centinaia di barbieri procedono al rituale. Dapprima tagliano le code lunghe, poi rasano completamente la testa e lavano via eventuali tracce di sangue. Uomini, donne e bambini attendono anche 5 ore in fila per essere rasati, con il risultato che alcuni templi riescono a raccogliere fino a 70 tonnellate di capelli ogni anno.
Un tempo questi capelli venivano ammassati e poi bruciati dopo il rituale, ma, data la crescente domanda di extension da parte dell'occidente, qualcuno ha capito che si poteva creare un impero economico.
E così tonnellate di capelli iniziano il loro viaggio dai templi fino alle industrie in cui vengono lavati, trattati e poi trasformati in parrucche o ciocche singole, per alimentare un traffico (come ha evidenziato il The Guardian in un report) da 250 milioni di dollari l'anno.
E secondo voi quanto, di questi soldi, finisce nelle tasche dei donatori o è destinato ad opere benefiche?
Le riflessioni, a questo punto, vanno in due direzioni.
Da una parte quella etica: poiché queste persone donano volontariamente i loro capelli, perché non fare in modo che almeno possano trarne beneficio, invece di confinare i profitti sempre nelle tasche di pochi?
E poi, la questione umanitaria: poiché solo il 20% dei capelli presenti sul mercato proviene dai templi, è praticamente inevitabile che si sia creato un mercato nero di sfruttamento e violenza, le cui vittime, come sappiamo bene, sono di solito donne e bambini.
La questione è ovviamente molto complessa e speriamo di sentirne parlare ancora in futuro; nel frattempo, è bene essere informati e coscienti di ciò che stiamo acquistando.