Fu la prima donna ad indossare un costume intero: ecco come riuscì a cambiare la storia
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Se guardiamo le foto del passato, ci rendiamo conto di come in pochi decenni le mode e gli usi riescano a stravolgersi, portando ad essere normale ciò che poco prima sembrava sconveniente o addirittura scandaloso. Questi cambiamenti, alcuni dei quali epocali, non avvengono senza l'aiuto di coraggiosi "eroi" che decidono di non uniformarsi ma di combattere per ciò che la società vieta e loro considerano invece un diritto.
È il caso di Annete Kellerman, la donna australiana che riuscì non senza difficoltà a delineare un nuovo concetto di costume da bagno femminile.
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La donna nacque alla fine del 1800 in New South Wales (Australia) riportando una lieve disabilità alle gambe, che la costrinse all'età di 6 anni ad indossare un tutore. Per aiutarla i genitori decisero inoltre di iscriverla ad un corso di nuoto: al compimento dei 15 anni, non solo Annette aveva completamente superato la sua disabilità, ma padroneggiava tutti gli stili alla perfezione e iniziò a vincere le prime gare avviando la sua carriera come nuotatrice, tuffatrice e ballerina subacquea.
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La sua creatività e il suo temperamento però non le permettevano di rassegnarsi ad accettare il "costume" che tutte le donne erano tenute ad indossare quando si recavano al mare o in piscina: un ingombrante completo composto da pantaloni e camicia. Perciò, in occasione di un viaggio negli USA in cui avrebbe dovuto esibirsi ballando in acqua all'interno di piscine trasparenti, Annette divenne la prima donna a mostrarsi in pubblico con un costume intero. Lo scandalo fu enorme e lei fu arrestata a Boston per aver scoperto collo, gambe e braccia (in altre parole, fu arrestata per aver indossato un costume analogo a quello che indossavano gli uomini...).
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La sua protesta però non rimase inascoltata: l'opinione pubblica insorse in sua difesa, e presto i costumi "Annette Kellermans" fecero breccia nel cuore di migliaia di donne. Ne fu prodotta una versione alternativa più moderata che copriva collo, braccia e gambe, ma l'aspetto fondamentale era salvo: questo costume aderiva al corpo femminile mostrandolo in tutta la sua sinuosità e bellezza senza scadere nella volgarità.
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Il passaggio ovviamente non fu repentino, e per molti anni Annete Kellerman rimase il simbolo preferito dei conservatori ogni qual volta si parlasse di indecenza e mancanza di pudore. Oggi, per fortuna, vediamo in lei soltanto un simbolo di coraggio tutto al femminile.
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