Fu la massima paleontologa inglese, ma in pochi la conoscono: il motivo è tristemente ovvio
Nei primi decenni del XIX secolo, quando l'idea di una donna scienziata era considerata pressoché sacrilega, una certa Mary Anning passava il suo tempo a esplorare le coste del Dorset inglese in cerca di fossili.
Nonostante le sue missioni esplorative abbiano portato a ritrovamenti senza precedenti nell'ambito della paleontologia, essi spesso furono sfruttati senza che le fosse riconosciuto il debito merito e tuttora molti di essi appaiano associati a nomi di altre persone. Rimane invece un noto scioglilingua che si dice sia stato scritto ispirandosi proprio a "colei che raccoglie conchiglie sulla spiaggia"...
Mary Anning (1799-1847) è stata una paleontologa e ricercatrice di fossili nota per aver portato alla luce innumerevoli fossili di epoca Giurassica nascosti nelle spiagge di Lyme Regis (sud-est dell'Inghilterra).
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Nella lingua inglese esiste uno scioglilingua risalente al 1908 che pare sia scaturito proprio dalla sua figura la cui frase iniziale recita: "She sells seashells on the seashore", ossia 'ella vende conchiglie sulla litorale'. Eppure quello che faceva Mary Anning era molto di più di questo.
L'inizio di una difficile carriera.
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Mary Anning era la figlia un falegname che, per arrotondare, andava in cerca di fossili da vendere ai turisti della zona allora piuttosto numerosi. Fu da lui che Mary apprese i rudimenti di questa ricerca e ciò si rivelò una "fortuna": all'età di undici anni il padre morì e nella famiglia Anning la vendita di fossili divenne ben presto la principale fonte di reddito a cui si dedicarono anche il fratello Joseph e la madre di Molly.
Una sconfinata conoscenza mai riconosciuta ufficialmente.
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All'epoca in cui visse Mary alle donne non era permesso votare, ricoprire cariche pubbliche, né frequentare l'università. Per questo, nonostante avesse dimostrato di conoscere la geologia e la materia fossile meglio di chiunque altro, non le fu mai permesso di divenire membro della Società geologica di Londra, che però non si esimette dal pubblicare i suoi studi, spesso omettendo di menzionare il nome o attribuendoli a più eminenti colleghi uomini.
Un pericoloso lavoro di ricerca.
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Il ritrovamento di fossili non era un lavoro che dava garanzie: bisognava svolgerlo principalmente in inverno, quando le piogge provocavano lo smottamento delle scogliere e portavano alla luce i fossili che andavano raccolti il prima possibile, spesso col rischio di essere travolti dal fango e rimanervi seppelliti (cosa che accadde al cane di Mary proprio durante una di queste spedizioni nel 1833).
Molti estimatori, una sola pubblicazione.
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Negli anni in cui svolse quest'attività, Mary riuscì a farsi un nome nella comunità scientifica e fra i collezionisti di fossili e ricevette visite presso la sua casa-museo di personaggi illustri fra cui numerosi paleontologi stranieri e il re di Sassonia dell'epoca, Federico Augusto II.
Nonostante ciò tutti i suoi resoconti venivano pubblicati col nome di altri geologi, non solo perché era una donna, ma anche perché il suo ceto sociale di provenienza era quello della classe operaia: tutto ciò che Mary sapeva suoi fossili lo aveva appreso da autodidatta.
L'unico suo scritto che venne pubblicato quando era ancora in vita fu una lettera che ella scrisse al Journal of Natural History confutando un articolo che presentava lo squalo Hybodus come un genere animale nuovo: grazie a dei ritrovamenti da lei fatti anni addietro Mary fu in grado di chiarire che si trattava di un errore.
L'importanza dei ritrovamenti di Anning.
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Fra le specie di animali estinti da lei ritrovati e portati per la prima volta all'attenzione della comunità scientifica ricordiamo fossili di ittiosauri, pleiosauri, pterosauri, dapedi e molti altri. Grazie a essi fu possibile confermare la teoria che circolava da alcuni decenni senza essere realmente presa in considerazione, ossia che molte specie animali si fossero estinte.