Mongolia che scompare: ecco come la desertificazione minaccia un popolo millenario
Fra i tanti problemi che il cambiamento climatico sta provocando nel nostro pianeta, ce n'è uno di cui si parla poco perché meno dirompente: si tratta della desertificazione di grandi aree di terra, principalmente nelle zone dell'Asia settentrionale. Per alcuni popolazioni, però, questo fenomeno è ben chiaro e spaventosamente reale.
Le famiglie mongole che vivono ancora secondo la loro millenaria cultura nomade, vedono le loro praterie mangiate a poco a poco da arida terra, minacciando la loro sopravvivenza. Da un viaggio in questa realtà in pericolo, un fotografo coreano ha tratto lo spunto per questo progetto.
Immagini: Daesung Lee
Anche se sempre più spesso ci si sposta verso i centri urbani, il 35% della popolazione mongola vive ancora secondo l'antica tradizione nomade.
Il fotografo coreano Daesung Lee si è recato nelle zone del territorio mongolo in cui il fenomeno della desertificazione appare più evidente.
Lee si è voluto rendere testimone del pericolo che questa popolazione corre realizzando un significativo progetto fotografico.
Coinvolgendo persone del luogo e ricorrendo a stampe fotografiche che mostrano come appariva la terra prima che divenisse arida, Lee compie un simbolico atto di scongiura del futuro.
E lo fa tentando di dimostrare che, continuando a percorrere la strada dello sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali, ben presto lo spettacolo della tradizione mongola potrà essere apprezzato solo dentro a un museo.
Secondo recenti studi del governo mongolo, negli ultimi 30 anni già il 25% del territorio è stato vittima della desertificazione.
Sono già 850 i laghi e 2000 i fiumi che si sono prosciugati impedendo ai nomadi di dedicarsi alla loro principale attività: l'allevamento.
Significativo è anche questo ultimo scatto: i mongoli che cercano di rifugiarsi nell'immaginario panorama museale per sfuggire a questa impellente minaccia.
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