Rapiscono suo figlio e la internano: ecco la donna che non si arrese ai soprusi della polizia
Il 10 marzo del 1928 il piccolo Walter Collins, di nove anni, uscì di casa per andare al cinema con gli amici e non fece mai ritorno. Il caso di questa scomparsa ricevette una notevole attenzione mediatica e questo fu a monte dei problemi che la madre del bambino, Christine, dovette affrontare in seguito alla denuncia di sparizione. Ecco la storia di una donna che non si arrese mai, neanche quando fu la polizia stessa a metterlesi contro in maniera davvero subdola e ingiusta.
Pressione mediatica.
Polizia di Los Angeles - 1928.
La notizia della scomparsa di Walter Collins ricevette molta attenzione dai media, che si prodigarono a tenere aggiornati i lettori sugli sviluppi delle indagini. Cinque mesi dopo il fatto, però, ancora non si aveva idea di che fine avesse fatto il bambino. Un giorno, dopo aver abbandonato l'ennesima pista morta, la polizia di Los Angeles ricevette la notizia che Walter era stato ritrovato nello stato dell'Illinois.
Il "ricongiungimento".
Dopo uno scambio di lettere e fotografie fra i ritrovatori e la polizia, Christine Collins pagò di propria tasca le spese per il viaggio del bambino ma quando se lo ritrovò di fronte capì che non si trattava affatto di suo figlio. Durante la riunione pubblica organizzata dal dipartimento di polizia, però, i presenti si rifiutarono di crederle e, nel tentativo di scrollarsi di dosso la brutta reputazione che in molti avevano attribuito alla gestione del caso Collins, la convinsero (o forse costrinsero) a "portare il bambino a casa e provare a tenerlo con sé per un paio di settimane".
Sviluppi inaspettati e... Assurdi.
Quando tre settimane dopo Christine si ripresentò alla centrale di polizia con tanto di impronte dentali del figlio, il capitano Jones pensò a come impedire alla donna di rovinare per sempre la sua reputazione. E cosa fece? Riuscì a ottenere il permesso di farla rinchiudere nel reparto di psichiatria dell'ospedale locale.
Durante il suo internamento Jones interrogò il ragazzo dell'Illinois il quale rivelò di essersi spacciato per Walter Collins solo perché voleva raggiungere Hollywood e conoscere il suo attore preferito (Tom Mix). Il suo vero nome era Arthur Hutchins Jr, aveva 12 anni ed era scappato dall'Iowa. In seguito Christine venne rilasciata e vinse la causa da lei mossa al capitano Jones che, però, non pagò mai i 10.800 dollari di risarcimento che le spettavano.
Il corpo di Walter non venne mai ritrovato ma è probabile che il ragazzo fosse caduto vittima di un uomo, Gordon Northcott, che adescava e uccideva ragazzini della sua età proprio in quel periodo.
La lotta portata avanti anche in seguito dalla madre del bambino riuscì a fare passare una legge nello Stato della California che costringeva la polizia a disporre di un mandato prima di poter ordinare l'internamento di una persona che "intralci" le indagini.