Una collina fatta di cocci: scoprite l'antica discarica romana perfettamente conservata e ancora visitabile
Roma è una di quelle città in cui la Storia, semplicemente, si respira. Basta fare una passeggiata in centro e con un po' d'immaginazione è possibile rivivere la vita di persone che l'hanno abitata molti secoli fa. Ma oltre a famose aree archeologiche come possono essere il Colosseo e la Via dei Fori Imperiali, esistono posti un po' meno conosciuti ma altrettanto affascinanti e che tanto hanno da raccontare sul passato di questa bellissima città. Uno di questi è Monte Testaccio, una curiosa collina artificiale situata nell'omonimo rione di cui vale la pena conoscere la storia.
Il Monte Testaccio, popolarmente conosciuto come Monte dei Cocci, è una collina artificiale costituita appunto di testae, ossia dei resti delle anfore olearie.
Il Monte è alto circa 54 metri e ha una superficie di circa 22.000 metri quadri.
La zona veniva utilizzata nell'antica Roma come discarica per le ancore olearie che arrivavano all'Emporium, il porto fluviale situato fra l'Aventino e Testaccio.
Grazie alle incisioni presenti sui cocci è stato possibile stabilire che la zona venne utilizzata come discarica fra il 140 d.C. e la metà del III secolo, principalmente per le anfore provenienti dalla Betica (attuale Andalusia).
A differenza di altri tipi di prodotti, infatti, le anfore contenenti olio non potevano essere riutilizzate perché soggette alla rapida alterazione del suo contenuto. Essendo le norme igieniche della città di Roma già piuttosto sviluppate all'epoca, questi contenitori venivano gettati via una volta giunti a destinazione per evitare il diffondersi di malattie.
Cessata la sua funzione di discarica, il Monte Testaccio è stato utilizzato in seguito come luogo di ritrovo per eventi come giochi pubblici, manifestazioni popolari e per le "ottobrate romane" di moda nell'800.
Oggi il Monte dei Cocci è visitabile solo a gruppi, accompagnati, di massimo 30 persone. Se vi incuriosisce, potete trovare qui altre informazioni.