L'euro compie 15 anni: ecco i rincari che abbiamo subito dal 2002 ad oggi
Forse all'epoca siamo stati tutti un po' inconsci e ignari di quello che stava per accadere: fatto sta che dal giorno alla notte ci siamo ritrovati con una nuova moneta tra le mani, e inseriti nella Comunità Europea i cui pro e i contro erano ancora tutti da scoprire. Al compimento del quindicesimo anno di età dell'euro in Italia, possiamo tirare qualche somma: proviamo a tracciare un bilancio di quali beni sono aumentati di prezzo e quali diminuiti, analizziamo cosa è entrato a far parte delle nostre spese e cosa ne è uscito per capire se ci è convenuto davvero accettare quelle nuovissime monetine luccicanti e quelle setose banconote colorate.
Avreste accettato di pagare un caffè a più di 2000 lire a tazzina?
Un furto verrebbe da pensare, eppure in alcune regioni italiane si supera facilmente la soglia del'euro a caffè: si va da 1,10€ a 1,20€ nel nord Italia, ma non si batte più ciglio al momento del pagamento alla cassa.
Per non parlare del cinema! Dalle 10.000 lire nel 2002 si è passati a 8,50€ , pari a poco meno di 16.500 lire.
Non si salvano i beni alimentari: i locali che vendono pizze margherite a meno di 5/6 € si contano sulle dita di una mano.
Ricordate il quotidiano? In edicola si potevano acquistare a 1500 lire: oggi a meno di 1,50€ difficilmente si porta a casa qualcosa...
I consumi domestici costituiscono un tasto piuttosto dolente: la luce è rincarata del 60% mentre il gas del 100%.
Ricordate ancora a quanto ammontava l'importo usuale del vostro rifornimento di carburante prima del 2002?
Molti si rifornivano di sole 2000 lire, una sciocchezza pensando ai prezzi di oggi, ma soprattutto a quelli di qualche mese fa quando la benzina superò i 2,00€.
Insomma, fin troppi beni sono aumentati di prezzo e tutto il coinvolgimento iniziale si è rivelato la solita infatuazione: al giorno d'oggi non si può stabilire se la migliore cosa da fare sia abbandonare l'idea di una Europa Unita sotto tutti i punti di vista, o continuare a sottostare ai rigidi dettami di Bruxelles.
"Con l'euro lavoreremo un giorno di meno, guadagnando come se lavorassimo un giorno di più", ci avevano detto: difficile a dirsi oggi, non trovate?