Le maschere degli sciamani eschimesi: affascinanti opere svanite con l'arrivo dei bianchi
Nonostante il fatto che abitino regioni del Pianeta molto remote e dalle condizioni climatiche particolarmente difficili, nel contatto con la missione evangelizzatrice dei cristiani anche i popoli della zona artica hanno perso parte delle proprie tradizioni culturali. Fra di essi esiste il gruppo degli Yup'ik, un sottogruppo della popolazione eschimese che abita i territori sud-occidentali dell'Alaska, il quale pur professando in parte la religione cristiana ortodossa o moraviana, preservano aspetti della loro antica cultura di tipo sciamanico e animista, soprattutto per quanto riguarda le forme d'arte con le quali si esprimono oggi.
Un esempio diretto di queste loro credenze si ritrova nelle maschere usate appunto dagli sciamani, di cui oggi però sopravvivono pochissimi pezzi.
via museums.alaska.gov
Nella tradizione Yupik antica esisteva una componente sciamanica molto importante che iniziò a dissolversi prima nel contatto coi colonizzatori russi (1743-1867), poi con quello dei missionari americani.
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Lo sciamano Yupik, chiamato 'Angalkuq' otteneva i suoi poteri attraverso un sogno, l'addestramento o superando una prova che ne metteva a rischio la vita. Il suo compito principale era assicurare che la caccia fosse propizia.
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Erano gli angalkuq a spiegare agli intagliatori (che potevano anche essere donne) come realizzare le maschere.
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Esse venivano utilizzate durante i riti propiziatori e nei raduni in cui si usava cantare, danzare e raccontare storie, ma alla fine di questi di solito le maschere venivano distrutte.
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Nel contatto con la missione evangelizzatrice cristiana questa usanza andò scemando ma non fu dimenticata del tutto.
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Nel 1946, Elma e Alfred Milotte, due registi che intendevano girare un documentario sugli eschimesi, si recarono a Hooper Bay ed ebbero la fortuna di assistere a uno spettacolo in cui gli indigeni danzarono per loro con indosso proprio quelle maschere.
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Le avevano realizzate appositamente per quell'occasione ma a spettacolo finito iniziarono a bruciarle. I coniugi Milotte, allora, proposero di acquistarne alcune e fu così che 25 pezzi riuscirono a scampare dalle fiamme.
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Esse venivano realizzate in legno e potevano essere di diverse dimensioni: da pochi centimetri a maschere del peso di 10 kg che potevano essere appese nelle abitazioni.
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Oggi i pezzi esistenti sono conservati nel museo della città di Juneau, l'Alaska State Museum, un luogo che raccoglie le principali collezioni riguardo alle diverse tradizioni culturali che abitano l'Alaska.
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Oggi gli aspetti sciamanici della cultura Yup'ik vivono principalmente grazie all'importanza delle danze rituali che continuano a rappresentare una parte fondamentale della loro identità.
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