Ecco a voi la donna guerriera che ha salvato 10 mila ragazze dalle mutilazioni genitali
Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono l'insieme delle pratiche di intervento sui genitali delle bambine che possono avere luogo da pochi giorni dopo la nascita fino agli anni della pubertà. Si tratta di una triste piaga diffusa soprattutto nei paesi africani che si sta piano piano riuscendo a combattere grazie alle testimonianze di chi le ha vissute e al lavoro di tante associazioni che fanno informazione, come ad esempio l'Amref, che da anni si batte per i diritti sanitari dei popoli africani.
Fra le ambasciatrici Amref oggi c'è anche Nice Nailantei Leng'ete, una ragazza Masai che è riuscita a sottrarsi all'infibulazione e ora lavora affinché questa orrenda pratica venga eliminata.
Nonostante le mutilazioni genitali femminili siano illegali in Kenya dal 2001, di fatto esse sono ancora ampiamente diffuse e praticate.
Nice, ad esempio, aveva 9 anni quando, sapendo che il momento per il suo rito di passaggio si avvicinava, decise di scappare da casa dello zio e di non farsi tagliare e cucire per nulla al mondo! Nice non solo è riuscita a salvare se stessa, ma da allora ha evitato che oltre 10 mila ragazze in Kenya subissero quel tragico destino...
Queste pratiche vengono considerate un rito di passaggio importante in molte culture africane ma, di fatto, danneggiano gravemente chi vi viene sottoposto sia dal punto di vista mentale che fisico.
Le MGF possono implicare la recisione parziale o totale di parti dei genitali; l'infibulazione è considerata la pratica più estrema in quanto prevede l'asportazione totale della clitoride, delle piccole labbra, di parte delle grandi labbra con conseguente cauterizzazione e cucitura della vulva. Viene lasciato aperto solo un piccolo foro per le urine e il mestruo.
Le conseguenze più gravi delle MGF includono emorragie, infezioni, dolori cronici e impossibilità di provare piacere durante i rapporti sessuali, nonché alto rischio di morte durante il parto, sia per la madre che per il nascituro.
Ora, però, grazie all'incessante lavoro delle associazioni che tentano di fermare questa brutale tradizione si sta piano piano diffondendo la cognizione che è possibile attuare questi riti di passaggio in maniera alternativa (ad esempio facendo solo un taglio piccolissimo che permetta la fuoriuscita di qualche goccia di sangue); grazie a Nice e a molte altre donne come lei, ora questa opzione inizia a farsi strada.
Questi riti di passaggio alternativi permettono di mantenere gli abiti e le cerimonie della tradizione, ma senza il ricorso alle pratiche di mutilazione tradizionali.
Nice ora si occupa proprio di fare diffondere consapevolezza fra le donne della sua terra e tiene dei "corsi" nei quali spiega (davvero) cosa significa passare dalla pubertà alla vita adulta, impartendo lezioni di educazione sessuale e distribuendo libri che spieghino a queste ragazze quali sono le loro possibilità.
Si tratta, insomma, di un processo di emancipazione che punta a far capire loro che non bisogna piegarsi a tutte le tradizioni del passato ma che, anzi, il loro futuro può essere ricco di possibilità che non avevano mai immaginato!
Avanti così, Nice!