Nel 1939 gli Stati Uniti chiusero le frontiere ai rifugiati. E queste furono le conseguenze.
Nel mondo continuano a verificarsi episodi di "mancata accoglienza", a causa di politiche che impediscono di fare il bene del proprio Paese pensando anche ad aiutare gli altri, quindi ciò dimostra che l'umanità non ha imparato dai proprio errori.
Sembra ieri quando gli ebrei tentavano di fuggire dalla Germania nazista in cerca di un posto dove poter essere salvi e, proprio perché vogliamo cercare di far aprire gli occhi a chi continua a ripetere che "accoglienza è debolezza e noncuranza dei propri cittadini", vogliamo oggi ricordare il tragico destino dei 900 ebrei che si imbarcarono sulla St. Louis, una nave che partiva da Amburgo il 13 maggio 1939 per raggiungere gli Stati Uniti ma, una volta lì, tutti e 900 furono costretti a tornare indietro, incontrando la morte...
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Ecco che cosa è successo l'ultima volta che il governo degli Stati Uniti ha chiuso le sue frontiere ai rifugiati, ecco alcune delle 900 vittime di quella decisione...
"Il mio nome è Lutz Grünthal. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stato ucciso ad Auschwitz"
"Il mio nome è Erich Dublon. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stato ucciso ad Auschwitz"
"Il mio nome è Carl Simon. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stato ucciso a Sobibor"
"Il mio nome è Ruthild Grünthal. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stata uccisa a Theresienstadt"
"Il mio nome è Horst-Martin Grünthal. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stato ucciso ad Auschwitz"
"Il mio nome è Manfred Fink. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stato ucciso a Bergen-Belsen"
"Il mio nome è Wener Stein. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stato ucciso ad Auschwitz"
"Il mio nome è Joachim Hirsch. Gli Stati Uniti mi hanno respinto alla frontiera nel 1939. Sono stato ucciso ad Auschwitz"
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