L'immenso villaggio della scuola tibetana: ecco come vivono 40.000 monaci a 4100 metri di altitudine
La Cina è un Paese così vasto che al suo interno troviamo molteplici realtà: dimentichiamoci momentaneamente le affollatissime città cinesi, sempre ingorde di tecnologia e progresso, e guardiamo al confine sud-est. Qui l'influenza del vicino Tibet è palpabile, la sua religiosità e le sue leggi morali che non hanno niente a che vedere con quelle delle città più importanti.
In questa zona si trova il Larung Gar, il più grande istituto tibetano del mondo: ha sede nella contea cinese di Sertar ma si tratta in realtà di un'amministrazione autonoma del Tibet. Ad essere maestoso però non è l'istituto stesso ma il villaggio che in soli 30 anni ha preso forma intorno ad esso: qui vi abitano migliaia di monaci e studenti, lontano da tutto e da tutti.
L'Istituto è stato fondato dal monaco Jigme Phuntsok e da pochi altri adepti, nel 1980: nei decenni successivi quest'area è stata abitata da un numero crescente di monaci ed aspiranti monaci.
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L'Istituto occupa solo pochi chilometri quadrati, ma il villaggio circostante è molto più esteso: per entrare è necessaria un'autorizzazione del governo cinese.
Raggiungere questo villaggio è complicato: si trova a 4100 metri di altitudine, in inverno tocca i -25°C ma in estate supera i 30°C.
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Qui non ci sono televisioni, non c'è internet, i giornali non arrivano: nonostante sia di recente costruzione, questo villaggio può essere considerato fuori dal tempo.
Il governo cinese stesso non riesce a tenere sotto controllo la crescita esponenziale della comunità: nonostante le forti pressioni, ogni anno sorgono 1000 nuove abitazioni.
Spesso il governo effettua violente demolizioni ed espelle centinaia di monaci: in risposta avvengono drammatici suicidi come segno di protesta. È un territorio in cui guerra e pace combattono ogni giorno.