Il padre fa ubriacare la figlia ribelle per insegnarle una lezione che ricorderà tutta la vita

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di Claudia Melucci

21 Febbraio 2017

Il padre fa ubriacare la figlia ribelle per insegnarle una lezione che ricorderà tutta la vita

Reiko è una ragazza giapponese che, come la gran parte degli adolescenti, ha vissuto una fase di ribellione nei confronti dei propri genitori perché troppo protettivi. Il papà in particolare si preoccupava che la figlia commettesse gravi errori e mettesse in pericolo la sua incolumità, solo per un irrazionale senso di contrapposizione alle attenzioni parentali. Temeva l'effetto dell'alcool, per questo ha deciso di mettere in atto un piano per far comprendere alla ragazza in maniera naturale cosa accade quando si è ubriachi e soprattutto come autocontrollarsi: è Reiko stessa a raccontarcelo, attraverso un post scritto sul suo profilo Twitter...

via upmoments.com

maxpixel.freegreatpicture.com

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"Da adolescente ero un po' ribelle, frequentavo un gruppo di ragazzi "cattivi" e ho fatto diverse cose stupide, ma niente di pericoloso. Quando i miei genitori sono venuti a conoscenza del fatto che avessi provato per la prima volta degli alcolici, li ho visti molto preoccupati perché sapevano che qualsiasi raccomandazione mi avessero rivolto sarebbe stata vana o addirittura controproducente. Non sapevano cosa fare. 

Fino a quando un giorno mio padre mi disse: "Ehi Reiko, usciamo insieme stasera! Ti porterò ovunque tu voglia e potrai ordinare qualsiasi cosa ti piaccia. Possiamo andare in qualche locale carino, ci divertiremo!"

Ovviamente la proposta mi sembrò imbarazzante e inaccettabile, ma allo stesso tempo pensavo di poter approfittare per entrare nei locali e magari divertirmi dopo essermi sganciata da mio padre. Così uscimmo quella sera stessa.

upmoments.com

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Mio padre mio disse ancora una volta di bere tutto quello che volevo, riferendosi agli alcolici ovviamente, fino a quando non ce l'avrei più fatta. Tutto continuava a sembrarmi strano, ma la possibilità di assaggiare tutte quelle bevande proibite, che non avrei potuto pagare con i miei soldi, mi incuriosiva.

"Non ti preoccupare, ti riporterò io a casa. La mamma non saprà niente, tu pensa solo a divertirti", mi ripeteva. 

Al primo locale mangiammo qualcosa, poi ordinai un superalcolico a fine pasto. Con il passare delle ore tutto diventò più naturale: l'imbarazzo iniziale di bere davanti a mio padre sparì e provai di tutto. Girammo diversi posti poi... il vuoto: cosa accadde dopo non lo ricordo, né il ritorno verso casa, né il momento in cui mio padre mi ha messa sotto le coperte. Mi sono scusata con lui per essermi ubriacata e lui mi tranquillizzò dicendomi che dopo una dormita sarebbe tutto passato. 

Mi svegliai la mattina seguente con la testa che mi scoppiava. Non volevo vedere mio padre e per fortuna incontrai mia madre per prima:"Tieni, da parte di tuo padre", mi disse offrendomi un biglietto scritto da lui. 

Lucius Kwok/Flickr

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"La scorsa notte ci siamo divertiti. Dovremmo uscire più spesso. Ah Reiko, una domanda: sai quanto hai bevuto per arrivare in questo stato? Due birre e cinque superalcolici. Questo è il tuo limite: d'ora in poi, quando uscirai insieme ai tuoi amici, assicurati di fermarti prima di raggiungere questo limite. Il mondo è pieno di gente con cattive intenzioni, ed alcune possono approfittare di te quando sei in questo stato di incoscienza. Non potrai sempre uscire con me e non potrò proteggerti per sempre, per questo ti ho fatto bere così tanto ieri, per farti conoscere il tuo limite in modo che tu sappia fino a dove spingerti.

Sono certo che ti prenderai cura di te. Ti voglio bene. 

Papà".

Ho mangiato la colazione con le lacrime agli occhi: la mamma mia ha confessato che il papà da tempo era molto preoccupato e non voleva dirmi a parole di avere cura di me. Me lo ha voluto far capire, ed è per questo che a distanza di anni lo ringrazio per quello che ha fatto. 

Non ho mai più superato il mio limite, non ho mai avuto problemi con l'alcool: ho continuato a bere insieme ai miei amici ma senza mai finire nei guai, perché sapevo qual era il mio limite e come mi sarei sentita se lo avessi superato. 

Oggi mio padre non è più quell'uomo divertente che mi portò fuori quella notte. È anziano e coltiva le verdure per me e la mia famiglia. 

Se oggi sono quello che sono lo devo solo a lui: non ti ringrazierò mai abbastanza!".

Il gesto di questo papà all'inizio poteva sembrare discutibile, ma trattare con gli adolescenti non è per nulla facile. Questo potrebbe essere un modo per renderli più responsabili di se stessi, senza costrizioni e punizioni inutili!