La genesi delle espressioni del volto umano: l'interessante studio di un neurologo francese del 1862
Guillaume Benjamin-Amand Duchenne de Boulogne è stato un neurologo francese esperto nello studio della fisiologia, nello specifico dell’elettrofisiologia. Le sue ricerche hanno permesso alla scienza di progredire, soprattutto grazie alle sue scoperte sulla conducibilità dei neurotrasmettitori.
Questa è la storia del suo The Mechanism of Human Facial Expression, testo dal valore sia scientifico che estetico, studio che spiega come siano i muscoli del volto a generare le differenti espressioni di cui siamo capaci. Secondo Duchenne era la scoperta del linguaggio universale che Dio ci aveva dato.
METROPOLITAN MUSEUM OF ART
Il suo principale modello è stato descritto da Duchenne come “un uomo anziano e senza denti, con una faccia sottile, le cui caratteristiche sono, senza essere assolutamente brutto, di una banalità ordinaria”.
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Quando il neurologo francese decise di voler produrre un testo scientifico chiese l’aiuto del fotografo Adrien Tournachon, aveva compreso la potenza della fotografia e voleva utilizzarla al posto dei ritratti.
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Fotografo e scienziato iniziarono il loro lavoro nel 1852 disponendo di cinque volontari.
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Duchenne aveva sviluppato svariate tecniche che permettevano, grazie a un elettroshock mirato e indolore, di stimolare i muscoli generando le più svariate espressioni facciali.
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Insieme, neurologo e fotografo, documentarono una svariata gamma di espressioni facciali, in una scala che va dal subdolo al grottesco, dal furioso al tranquillo, passando per ogni sfumatura.
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Oltre al suo valore scientifico Duchenne si auspicò che i suoi lavori potessero esser d’aiuto agli artisti, per riprodurre più fedelmente le espressioni del volto.
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Gli studi di Duchenne furono di grande aiuto alla scienza, ancora oggi esiste la distinzione tra un sorriso finto e il sorriso di Duchenne, ossia un sorriso sincero.
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