Avete mai notato questi dettagli nascosti in alcuni dei dipinti più famosi?

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di Claudia Melucci

11 Marzo 2017

Avete mai notato questi dettagli nascosti in alcuni dei dipinti più famosi?

Quante volte avete visto, almeno in fotografia, la Monna Lisa di Leonardo da Vinci? Probabilmente saprete descriverla nei suoi tratti generali anche senza averne una copia sotto gli occhi, ma alcuni dettagli vi sfuggiranno: e non perché siate poco attenti ma per il semplice fatto che gli artisti spesso celano in diversi modi la loro firma nelle opere, che soltanto con studi attenti sono stati rivelati. 

Ecco un articolo per scoprire alcuni fatti dei più famosi dipinti che rendono la storia dell'arte una disciplina affascinante. 

1. La Gioconda, olio su tavola. Leonardo da Vinci, 1503-1506.

1. La Gioconda, olio su tavola. Leonardo da Vinci, 1503-1506.

commons.wikimedia.org

Probabilmente i misteri della gioconda non si esauriranno mai, a dispetto della fama mondiale di cui gode. 

Quello principale riguarda l'identità della donna dipinta da Leonardo. Nessuno sa veramente chi sia la donna, e anche l'identificazione con la dama Lisa Gherardini sembra essere errato. 

Tra gli innumerevoli misteri che avvolgono il dipinto ce ne sono alcuni piuttosto sottili, che solo gli occhi indagatori degli esperti hanno rivelato. Ci sono le iniziali del genio fiorentino ("LV") incise nell'occhio destro della donna e il numero 72 nascosto nell'arco del ponte alle sue spalle. 

Secondo alcuni critici Monna Lisa sarebbe stata in dolce attesta durante la creazione dell'opera dato il gesto di nascondere il ventre con le mani e il suo modo di indossare la fascia di tessuto, usata dalle donne in gravidanza dell'epoca per celare il grembo. 

Gli esperti hanno poi scoperto che sotto l'ultimo strato di colore è presente un disegno differente, sempre di una donna: probabilmente il vero volto di Monna Lisa che poi Leonardo ha voluto mascherare per qualche motivo. 

La Primavera, tempera su tavola. Sandro Botticelli, 1482 circa.

La Primavera, tempera su tavola. Sandro Botticelli, 1482 circa.

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Nell'opera sono presenti più di 500 specie botaniche, ognuna rappresentata con estrema minuziosità. Solo le specie floreali sono circa 190, tutte identificate dagli esperti. Ciò che rende eccezionale quest'opera non è solo l'abbondanza dei particolari nelle piante e nei fiori, ma il fatto che la loro posizione e la loro scelta non è affatto casuale. 

3. Ritratto dei coniugi Arnolfini, olio su tavola. Jan Van Eyck, 1434.

3. Ritratto dei coniugi Arnolfini, olio su tavola. Jan Van Eyck, 1434.

commons.wikimedia.org

Gli Arnolfini erano una famiglia di banchieri e commercianti italiani che operò in Belgio, terra di origine dell'autore dell'opera, Jan Van Eyck. 

In posizione centrale nel dipinto è presente uno specchio, dettaglio volontariamente aggiunto per creare un gioco di riflessioni che non è sfuggito agli occhi dei critici dell'epoca. Nello specchio sono visibili in parte le spalle dei due soggetti, ma anche due individui di cui uno potrebbe essere proprio Jan Van Eyck: probabilmente si tratta di un espediente per offrire a chi guarda il dipinto una visuale a 360° su una tela bidimensionale. 

4. Il vecchio chitarrista cieco, olio su tela. Pablo Picasso, 1903.

4. Il vecchio chitarrista cieco, olio su tela. Pablo Picasso, 1903.

uhuru1701/Flickr

Nonostante oggi un suo dipinto valga una fortuna, Pablo Picasso visse più di qualche periodo di povertà. La criticità di quei momenti non si "legge" solo nei temi negativi e il blu malinconico. Basta osservare molto da vicino il dipinto per scorgere il volto di una donna sullo sfondo, coperta dai colori del quadro. Il motivo per cui è presente questa figura è molto semplice: più di qualche volta Picasso si trovò ad essere costretto ad usare vecchie tele per farne delle nuove, non avendo denaro per comprare altro materiale. 

Osservate la zona vicina al collo dell'uomo, riuscite a vedere la donna?

Osservate la zona vicina al collo dell'uomo, riuscite a vedere la donna?

Screenshot YouTube

5. L'ultima cena, tempera grassa su intonaco. Leonardo da Vinci, 1494-1498.

5. L'ultima cena, tempera grassa su intonaco. Leonardo da Vinci, 1494-1498.

commons.wikimedia.org

L'opera è una rappresentazione di un passo del Vangelo di Giovanni, nel quale Gesù annuncia del tradimento di uno dei suoi apostoli. 

Potrebbe essere sorprendente scoprire che quest'opera non è un quadro ma un componimento musicale: la teoria è stata pensata dal musicista italiano Giovanni Maria Pala, il quale ha notato che la posizione dei pezzi di pane sul tavolo e le mani degli apostoli assomigliavano molto alle note su uno spartito. 

Provando a suonare il componimento si ottiene un brano di circa 40 secondi che richiama un requiem. Non bisogna dimenticare che tra le discipline di cui si occupò Leonardo c'è anche la musica! 

6. La creazione di Adamo, affresco, Michelangelo Buonarroti, 1511 circa.

6. La creazione di Adamo, affresco, Michelangelo Buonarroti, 1511 circa.

it.wikipedia.org

Michelangelo oltre alla pittura si dedicò in vita all'anatomia umana, praticata all'epoca attraverso la dissezione dei corpi esanimi. Sembra proprio che per la creazione di questo affresco Michelangelo abbia tratto inspirazione dagli organi umani. 

La folla di Angeli attorno alla figura di Dio richiama con estrema precisione la sezione di un cervello. Anche il panno verde che si protende verso il basso sembra descrivere il corso dell'arteria cerebrale. Le gambe di Dio infine richiamano il midollo spinale

Una chiave di lettura quella anatomica, o una delle mille false interpretazioni?