Incontriamo i bimbi di 4 anni che estraggono ogni giorno il cobalto per far funzionare i nostri smartphone

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di Marco Renzi

13 Marzo 2017

Incontriamo i bimbi di 4 anni che estraggono ogni giorno il cobalto per far funzionare i nostri smartphone

Un’indagine di Sky News ha scoperto che in Congo vengono sfruttati bambini per l’estrazione del cobalto, utile alla costruzione di alcune parti degli smartphone.

Lavorano anche 12 ore al giorno per una paga dell’equivalente di 9 euro e qualche centesimo al giorno. Vengono così sfruttati i bambini per estrarre il cobalto che serve alla produzione delle batterie di telefoni cellulari e laptop, con i quali le multinazionali si arricchiscono per milioni e milioni di dollari.

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Oltre alla bassissima paga percepita dai bambini ci sono da aggiungere le condizioni terribili in cui lavorano senza nessun equipaggiamento di sicurezza. Come mostrato dal filmato (di seguito), i bambini sono costretti a lavorare anche sotto la pioggia scrosciante senza scarpe e sollevando delle sacche pesanti tra i detriti e la sporcizia.

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Uno dei lavoratori, di soli 8 anni, ha detto alle telecamere “Quando lavoro qui soffro, mia madre, lei è morta, e io devo lavorare qui tutti i giorni e mi fa male la testa”.

I ragazzi sono costretti a scendere nei tunnel scavati a mano senza protezioni, alcune volte gli crollano anche addosso.

Richard, di 11 anni, ha dichiarato “ogni mattina mi sveglio con la terribile consapevolezza di dover tornare qui di nuovo. Qui, dove ogni cosa fa male”

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Sky ha messo in evidenza i fatti e anche se c’è una scarsissima regolamentazione in materia, ha invitato le multinazionali a informarsi sulla provenienza del loro cobalto. Ma la verità è che la maggior parte degli smartphone contengono cobalto estratto dai bambini nelle miniere dell’Africa centrale. La Apple ha dichiarato che se i loro fornitori di cobalto non si adatteranno ai loro standard la società è disposta a interrompere gli affari con loro; già l'anno scorso hanno rimosso 22 fonderie dalla loro catena perché non soddisfacevano i requisiti.

Sta di fatto però che qualcuno dovrà prendere dei provvedimenti, è inaccettabile che ancora adesso ci siano centinaia miniere dove donne e bambini sono sfruttati come fossero schiavi.