Arrivano le nuove etichette del latte: ecco come leggerle per non farsi ingannare
Ogni tanto una buona notizia per i consumatori, che sempre più spesso si vedono preclusa la possibilità di vederci chiaro sulla provenienza e sul contenuto dei prodotti acquistati. Rispetto ad altri alimenti, quelli derivati dal latte non devono rispettare specifiche normative e le informazioni circa gli animali e il luogo di allevamento non vengono esplicitate. Dal 19 Aprile 2017 però cambieranno le regole del gioco e gli utenti potranno conoscere meglio i prodotti ed avere modo di scegliere quello migliore, non più soltanto badando solo alla marca.
Le etichette di latte, yogurt e formaggi dovranno dichiarare molte più informazioni di quelle attuali.
Dovrà essere esplicitato il paese di mungitura, il luogo di confezionamento e quello in cui è avvenuta un'eventuale trasformazione. Per i consumatori sarà dunque più facile identificare i prodotti veramente italiani: molte confezioni oggi riportano slogan e colori della bandiera nazionale, ma di italiano alla fine hanno ben poco.
La normativa è stata già inserita nella Gazzetta Ufficiale il 19 gennaio: ad aprile sarà obbligatorio adeguarsi alla nuova etichettatura.
Il provvedimento segue il regolamento europeo UE n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori.
Le nuove norme si applicheranno a tutti i prodotti di origine vaccina, ovicaprina, bufalina e di altra origine animale, e ai derivati degli stessi. Dalla normativa vengono esclusi i prodotti Dop e Igp, che già seguono una legislazione che prevede la tracciabilità delle materie prime.
Ecco cosa guardare in dettaglio sulle nuove etichette:
- La dicitura "Origine: Italia" è consentita solo se il latte è stato munto, confezionato e trasformato sul territorio nazionale.
- In altri casi si può leggere "Latte dei Paesi UE", se i processi sono avvenuti tutti in uno o più nazioni dell'Unione, o "Paesi non UE" se le materie prime hanno varcato i confini europei.
Ma attenzione alle trovate del marketing: una scritta è molto meno visibile di una coccarda o di una bandiera stampata in grande sulla confezione. Non fatevi trarre in inganno dunque dalle illustrazioni del packaging, che non sono soggette a regolamentazioni specifiche. Anche la scritta "Prodotto in Italia" esula dalla reale provenienza nazionale del latte. Tale uso improprio di elementi visivi, che inevitabilmente traggono in inganno il consumatore, è spesso giustificato da quanto scritto nel Codice doganale Ue, secondo cui le merci sono considerate originarie del paese in cui avviene l'ultima trasformazione.
La nuova regolamentazione europea pone un limite a questo uso e consente di verificare velocemente la reale provenienza di un prodotto.
Il latte e i suoi derivati si aggiungono dunque alla lista degli alimenti regolarmente consumati che hanno una "carta d'identità": purtroppo però sono ancora molti gli alimenti "clandestini" di cui è possibile conoscere ben poco. Speriamo che presto anche i derivati del pomodoro (concentrati, passate e sughi pronti), quelli dei cereali (pane e pasta) e il riso ne entrino a far parte.
È un diritto del consumatore quello di sapere la vera identità di ciò che si mette in tavola!