200.000 morti a causa dei pesticidi, ma le persone preferiscono ancora il bello al sano

di Simone Troja

26 Marzo 2017

200.000 morti a causa dei pesticidi, ma le persone preferiscono ancora il bello al sano

L’ONU ha stimato i morti causati dal massiccio utilizzo di pesticidi che sostiene l’agricoltura di massa, sono circa 200 mila l’anno le vittime di questa scelta. Gli inviati speciali dell’Onu Hilal Elver e Baskut Tuncak (rispettivamente per il Diritto al cibo e Sostanze tossiche) nel loro rapporto sostengono che un uso così massiccio di questi prodotti non è necessario per lo sviluppo agricolo e il sostentamento della popolazione in crescita, rapporto che è stato presentato a Ginevra, al Consiglio per i Diritti umani delle Nazioni Unite.

publicdomainfiles.com

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Secondo il rapporto ONU è falso pensare che ”l’agricoltura intensiva industriale, che si basa pesantemente sui pesticidi, sia necessaria per aumentare i raccolti per sfamare una popolazione mondiale in crescita”, se così non fosse non avrebbe senso l’incremento demografico degli ultimi 50 anni: “la popolazione globale è raddoppiata” come ci dice il rapporto. È possibile che si debba bombardare così pesantemente la frutta e la verdura? Le 200.000 morti stimate avvengono per avvelenamento acuto, è innegabile che questi pesticidi facciano male.

Intanto le multinazionali del settore...

Intanto le multinazionali del settore...

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Le multinazionali del settore negano fino alla morte. Anche se i danni dell’uso massivo dei pesticidi sono scientificamente provati (inquinano l'ambiente, uccidono, fanno ammalare, creano problemi agli ecosistemi, limitano la biodiversità, insomma non una roba da poco) questi giganti commerciali si tutelano dietro l’assenza di una regolamentazione che, tra l'altro, gli permette di usare tecniche di marketing aggressive e assolutamente non etiche.

Sul rapporto leggiamo:"senza, o con un uso minimo di sostanze chimiche tossiche, è possibile produrre cibo nutriente e più sano, senza inquinare o esaurire le risorse ambientali". Quindi, che cosa diavolo stanno aspettando?