Isolanti termici in canapa e lana di pecora: la soluzione ecologica ed efficiente che salva l'occupazione

di Giulia Bertoni

27 Marzo 2017

Isolanti termici in canapa e lana di pecora: la soluzione ecologica ed efficiente che salva l'occupazione

Nel momento in cui si costruisce un edificio, la scelta del materiale isolante è una dei momenti più importanti poiché determinerà in gran parte il consumo di energia necessaria in quegli spazi (a seconda delle stagioni). Come saprete, infatti, le strutture edili sono classificabili in base alla loro classe energetica, ossia alla quantità di energia primaria necessaria a riscaldarne ciascun metro quadro. In Italia è fatto obbligo certificare la classe energetica dal 2005, grazie al Decreto Legislativo 192/2005, una decisione presa nel tentativo di avere maggiore controllo sul fabbisogno energetico degli edifici e per migliorare la loro efficienza. Nel campo della bio-industria si sta facendo molto a tale riguardo e una delle tecnologie più interessanti riguarda l'utilizzo di isolanti ecologici, realizzati con materiali economici ma con un'efficienza superiore a quella di quelli utilizzati attualmente.

Isolanti compositi di lana di pecora e canapa.

Isolanti compositi di lana di pecora e canapa.

bioterraitalia.com

Alla prima conferenza annuale sulla canapa organizzata da Canapa Mundi (Roma, febbraio 2017), uno dei progetti presentati è stato quello di VeLiCa (Vegetali lino canapa) nel quale sono state approfondite le possibilità di utilizzo di colture antiche come la canapa e il lino per ricavarne diversi materiali: oli per applicazioni diverse (dalla cosmesi al restauro, passando per l'alimentazione con i cosiddetti esaltatori di gusto), bio-combustibili e materiali compositi di vario tipi, fra cui dei compositi interamente ecologici da utilizzare in ambito edile sotto forma di isolanti termici. I risultati della ricerca, finanziata dalla Regione Lombardia e condotta Consiglio Nazionale delle Ricerche, Università di Milano e Università di Pavia, sono stati presentati dalla professoressa Nicoletta Ravasio (ricercatrice presso il CNR, Istituto di Scienze e Tecnologie Molecolari) che nell'ultima parte dell'intervento ha illustrato tutti i vantaggi di questi materassini isolanti.

Come spiega la professoressa Ravasio (min. 17:00), non solo quasi tutta la lana prodotta in Italia è lana di scarto perché non adatta alla filatura, ma si tratta anche di un rifiuto speciale che non può essere incenerito perché contenente alti livelli di zolfo (produrrebbe piogge acide). Combinata con la canapa, però, si ottiene un materiale molto resistente che non solo ha capacità isolanti superiori al classico polistirene espanso e ai materassini fatti di sola lana, ma che non ha bisogno di trattamenti chimici anti-tarme poiché non è più digeribile da esse.

Per produrre questi materassini non solo non si ricorre al petrolio, ma si andrebbe a valorizzare un rifiuto biologico unendolo a una fibra grezza vegetale. Il risultato è un materiale rinforzato meccanicamente dalla fibra di canapa e quindi autoportante, isolante non solo dal punto di vista termico ma anche acustico, con una buona reazione al fuoco (al contrario del polistirene), riciclabile e compostabile e con un'ottima resistenza a muffe e batteri. Naturalmente i costi di produzione sarebbero più alti, ma puntare su questa produzione sarebbe un modo per permettere di sostenere l'occupazione sia nell'ambito del tessile e che dell'allevamento di ovini. Se a questo aggiungiamo che gli animali potrebbero essere alimentati con gli stessi semi della canapa, capiamo allora che abbiamo di fronte u materiale davvero unico di cui bisogna parlare e incoraggiarne l'utilizzo.