Una pillola anti-età potrebbe essere davvero all'orizzonte: anche la NASA si è interessata a questo studio
È difficile credere che la promessa di una pillola anti-invecchiamento possa avere qualcosa di scientifico: eppure e così, in fin dei conti l'invecchiamento non è altro che danni irreparabili alla struttura del DNA delle nostre cellule. Scoprire come ripristinare questi danni significa invertire il processo di invecchiamento. I ricercatori della University of New South Wales, una delle più grandi dell'Australia, hanno dichiarato di aver raggiunto proprio questo incredibile traguardo e sono fiduciosi di poter offrire in pochi anni la terapia anche agli esseri umani. Lo studio è così promettente che anche la NASA si è interessata in prima persona...
Il farmaco sintetizzato dai ricercatori stimola la riparazione del DNA delle cellule, invertendo l'invecchiamento.
Gli scienziati hanno scoperto che è il metabolita NAD+ a regolare le interazioni tra le proteine che riparano il DNA. Alcuni topi di laboratorio sono stati trattati con un precursore del NAD+, chiamato NMN, e sono stati osservati cambiamenti entusiasmanti: dopo solo due settimane dal trattamento le cellule dei topi più anziani non mostravano alcuna differenza con quella delle cavie più giovani. In poche parole non erano più topi anziani.
La NASA ha trovato molto interessante lo studio in quanto tocca un punto cruciale dell'esplorazione dello spazio: la radiazione cosmica a cui sono esposti gli astronauti catalizza il processo di invecchiamento delle cellule, addirittura a seguito di un eventuale viaggio su Marte le probabilità di sviluppare di tumori sfiorano il 100%. Ad oggi non c'è terapia in grado di offrire protezione da tali rischi, ma questa pillola potrebbe fare la differenza.
In realtà tutti noi siamo esposti alla radiazione solare, soprattutto quando viaggiamo in aereo.
Il farmaco quindi potrebbe aiutare anche chi è stato colpito da tumori infantili: infatti la probabilità di avere malattie croniche in età adulta e di soffrire di Alzheimer sono molto elevate.
Le nostre cellule sanno riparare il DNA, ma tale capacità declina con gli anni: ecco perché invecchiamo.
Le sperimentazioni sugli umani inizieranno presto, affermano i ricercatori: se la risposta sarà equivalente a quella avuta con i topi da laboratorio, il farmaco sarà disponibile in pochissimi anni.
Un altro rivoluzionario passo sta per essere compiuto dalla scienza, attendiamo con ansia i risvolti!