La puzza di fritto è reato: la Corte di cassazione condanna una famiglia per 'Molestie olfattive'
Andare a salutare i nuovi vicini portando loro una bella torta fatta in casa è sempre stata una cosa che abbiamo visto solo nei film americani, ma quando ci si dà del tempo per conoscersi non è detto che non nascano belle e durature amicizie fra condomini. Molto spesso, però, le interazioni fra loro si caratterizzano per "vivaci" discussioni scaturite da comportamenti giudicati irrispettosi. Quando i dispetti si moltiplicano e non c'è modo di trovare un accordo, la questione finisce facilmente davanti a un giudice ed è proprio da uno di questi diverbi che ora esiste la possibilità di essere multati per "molestie olfattive".
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Una lite fra condomini porta a una sentenza bizzarra ma condivisibile.
In seguito a una disputa che andava avanti da tempo, due famiglie si sono date battaglia in tribunale, una per sostenere l'inammissibilità degli odori prodotti dai vicini, l'altra per difendere il proprio modo di cucinare e di vivere, tutto prendendo in considerazione l'articolo 674 del codice penale sul 'Getto pericoloso di cose'. Nello specifico, gli abitanti di un appartamento posto al terzo piano di un immobile lamentavano la continua produzione di odori (e rumori) molesti a opera dei vicini del pian terreno.
In base a quanto stabilito dalla Corte di cassazione, dal momento che "non esiste una predeterminazione normativa dei limiti delle emissioni", grosse quantità di fumi e odori forti possono essere considerate lesive della libertà del prossimo se il livello di tollerabilità viene oltrepassato e per questo assimilabile alle "cose atte a offendere o imbrattare o molestare persone" di cui parla suddetto codice. Per questo motivo ciascun ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese legali e al risarcimento dei vicini con una somma di € 2.000.
Insomma, la prossima volta che decidete di fare il barbecue o friggere all'aperto, se sapete di non essere in buoni rapporti col vicino di casa... Pensateci bene!
