Un team di ricercatori crea un super-conduttore energetico partendo dalle piante marine

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di Marco Renzi

16 Aprile 2017

Un team di ricercatori crea un super-conduttore energetico partendo dalle piante marine

Da molti anni gli studiosi guardano alle piante marine come ad una sterminata fonte di soluzioni alternative a problemi energetici e scientifici in generale.

Uno studio in particolare, condotto dal professor Dongjiang Yang, si è soffermato sulla possibilità di utilizzare la struttura delle alghe per condurre energia, aspetto questo che è diventato negli ultimi anni di grande importanza a causa dell'incremento nell'uso di dispositivi elettronici con relative batterie.

via eurekalert.org

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Come afferma Yang, i materiali a base di carbonio sono quelli più utilizzati nel campo dello stoccaggio e della conversione di energia; lo scopo della ricerca era semplicemente ottenere questi materiali con il percorso più "verde" possibile.

Insieme ai ricercatori dell'Università di Qingdao in Cina e di Los Alamos National Laboratory negli USA, Yang ha tentato di ispirarsi guardando l'oceano, ipotizzando che la struttura delle alghe potesse fornire una soluzione rinnovabile ed efficace per la creazione di superconduttori (materiali che non fanno resistenza al passaggio della carica e non si surriscaldano).

Partendo dalle alghe sono state sintetizzate delle nanostrutture porose chiamate "a scatola d'uovo", che potete vedere nella figura dell'American Chemical Society.

American Chemical Society

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Questa struttura è in grado di consegnare 625 milliampere-ora per grammo, mentre i tradizionali anodi di grafite soltanto 372. Ciò potrebbe ad esempio far raddoppiare la durata e l'efficienza delle batterie nelle auto elettriche.

Yang e il suo team avevano già presentato uno studio in questa direzione all'ACS Central Science nel 2015, ma da allora hanno compiuto enormi passi avanti soprattutto a causa dei repentini cambiamenti dei bisogni del mercato energetico. 

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Avreste mai immaginato che le alghe che vedete avvolte intorno al sushi potessero essere la soluzione a un problema così importante per il pianeta?