Mary Jackson, la sconosciuta ingegnera di colore della NASA che portò gli USA nello spazio
Sarà un caso che la maggior parte dei ricercatori, scienziati ed ingegneri entrati a far parte della storia, siano tutti uomini? No, purtroppo la verità che si cela spesso dietro i loro nomi è molto amara. Molte donne hanno visto rubarsi sotto gli occhi studi, risultati e scoperte, senza possibilità di reclamare per il solo fatto di essere donne. Fortunatamente qualcosa al giorno d'oggi è cambiato, ma in passato è stata molto dura per il sesso femminile seguire le proprie passioni, se queste erano indirizzate nel campo scientifico. Probabilmente non avete mai sentito il nome di Mary Jackson, la prima ingegnera donna, e di colore, che contribuì al successo degli Stati Uniti nella corsa allo spazio .
Mary Jackson è stata il primo ingegnere donna, di colore, ad essere stata assunta dalla NASA.
Fin da piccola la sua passione sono stati i numeri e le scienze: coltivando questo forte interesse è arrivata ad ottenere una doppia laurea, una in matematica ed un'altra in scienze fisiche.
Svolse diversi lavori, principalmente come insegnate in scuole di vario livello, prima di entrare a far parte della NACA, così si chiamava in passato l'agenzia statunitense per la ricerca aerospaziale.
Mary Jackson iniziò a lavorare per la NASA come ricercatrice matematica.
Fu l'incontro con l'ingegnere polacco Kazimierz Czarnecki, a cambiarle la vita: tra i due iniziò una collaborazione lavorativa sui neonati progetti missilistici e aerospaziali. Il collega rimase senza parole davanti alla perspicacia della donna: le sue abilità andavano ben oltre la pura ricerca matematica, ruolo per la quale era stata assunta. Fu proprio lui a consigliarle di studiare per diventare ingegnere: solo in questo modo avrebbe potuto realizzare i mille progetti che ogni giorno nascevano nella sua mente.
Ottenere il titolo di ingegnere non fu affatto semplice: l'ambiente universitario era prevalentemente maschile e bianco. Lei era vista come un'intrusa.
Neanche le convinzioni razziali degli anni '50 riuscirono a fermare il talento di questa donna. Nel 1958 Mary Jackson divenne la prima ingegnera di colore nei laboratori della NASA.
La collaborazione con Kazimierz Czarnecki continuò negli anni: i loro studi sugli effetti dell'alta velocità si rivelarono fondamentali per la messa a punto delle navicelle aerospaziali impiegate nella corsa statunitense allo spazio. Lo si può affermare senza ombra di dubbio, senza questa donna probabilmente le pagine dei libri racconterebbero un'altra storia.
Nonostante il suo impegno la Jackson dovette arrendersi di fronte al maschilismo del suo ambiente di lavoro.
Fin troppe volte vide uomini prendersi il merito delle sue fatiche. Non riuscì ad accettare che la sua carriera fosse destinata a non progredire soltanto per non essere un uomo. Decise allora di abbandonare il suo posto nella NASA per entrare a far parte del Centro di Ricerca Langley, in cui promosse l'attività scientifica femminile. Grazie a lei molte altre donne riuscirono a realizzare il sogno di lavorare per la scienza.
Il contributo di questa donna, sia alla ricerca aerospaziale che all'emancipazione femminile, è stato fin troppo tempo sottovalutato. Ora è in programma l'uscita di un libro e di un film dedicati proprio alla vita di Mary Jackson e delle sue colleghe, ugualmente rimaste all'ombra della prepotenza maschile dell'epoca.