I nativi americani conoscevano bene l'uso delle piante: ecco a quali ricorrevano per curarsi
Insieme alla nostra rinnovata voglia di fai-da-te e di consapevolezza nei consumi, anche la varietà di utilizzi delle piante sta incuriosendo sempre più persone. Quelle che oggi chiamiamo 'scienze erboristiche' (e di cui esistono anche classi di laurea), però, rappresentano un'arte antichissima a cui tutte le popolazioni del passato sono ricorse in una forma o nell'altra. I nativi americani, per esempio, credevano che la capacità di comprendere le proprietà di piante ed erbe fosse un dono divino e le utilizzavano sia per prevenire che per curare tante malattie. Ecco alcune delle piante a cui la tribù dei Cherokee ricorreva di più e a quale scopo.
Immagine di copertina: U.S. National Archives and Records Administration
1. Wild ginger.
2. Ceanothus americano (Buckbrush)
Sherburne National Wildlife Refuge
3. Smilax
Questa pianta veniva usata come diuretico in caso di infezioni urinarie e per purificare il sangue. La sua corteccia e le foglie venivano utilizzate anche per la preparazione di unguenti da applicare su ustioni e ferite minori.
4. Menta campestre.
Ancora ampiamente utilizzata, questa pianta veniva utilizzata fra i Cherokee per aiutare la digestione, in forma di unguento per alleviare il prurito e il dolore (ad esempio quello da allattamento).
5. Rosa canina
Ricca di vitamina C e utile in caso di influenza, mal di gola o raffreddore, la rosa canina veniva utilizzata per preparare infusi per stimolare la funzionalità dei reni e della vescica e in caso di diarrea
6. Rumex crispus
Questa pianta veniva utilizzata come verdura a foglia verde (sono utilizzabili le foglie più giovani, che comunque vanno bollite, oppure la foglia cruda nell'insalata ma in piccole quantità), ma ancora di più per l'uso topico esterno in caso di prurito e piaghe. Grazie al suo alto contenuto di vitamine (A e C), ma soprattutto ferro e potassio, oggi viene utilizzata nell'erboristeria occidentale per il trattamento dell'anemia.