Bambini: 5 consigli che possono aiutare i genitori a farsi obbedire senza urlare
Quante volte finiamo per alzare eccessivamente i toni durante una discussione? Col senno del poi è facile comprendere quanto sia sbagliato e inefficace questo comportamento, in particolar modo quando al nostro cospetto c'è un bambino. In quel momento dimentichiamo anche quanto, nella veste di adulti e magari genitori, siamo un esempio per loro e quanto sia facile seminare in loro un atteggiamento inopportuno, come quello del gridare durante una discussione o un litigio. Educare i figli senza alzare la voce è possibile, ecco 5 modi per riuscirci senza troppi sforzi.
Come si ottengono dei buoni risultati? Cambiando alcuni comportamenti negli adulti.
Luis Miguel Bugallo Sánchez/commons.wikimedia.org
- Cambiare il tipo di comunicazione: volete essere delle figure autorevoli per i vostri figli, e desiderate non essere mai provocati? Il segreto per evitare tutto questo è non alzare la voce. È un meccanismo che non scatta solo con i bambini ma con una persona di qualsiasi età: quando si urla invece di parlare, si istiga anche l'interlocutore a farlo e la sfida diventa quella di far prevalere la propria idea attraverso il volume della voce. Non urlate quando dialogate con i figli, soprattutto perché potrebbe essere mal interpretato e considerato il modo più giusto per comunicare, a prescindere dal carico di nervosismo che si ha. Ricordate sempre di accompagnare ad ogni divieto una spiegazione logica, per evitare atteggiamenti provocatori nei confronti delle figure genitoriali.
- Cambiare atteggiamento: lo sapete? Quando un bambino (ma anche gli adulti) si trova ad alzare la voce, dopo essere stato costretto a farlo, smette di ascoltare ciò che gli si dice. Tutta la sua attenzione è concentrata nel far prevalere il proprio punto di vista attraverso le urla. Una volta stremato, passerà facilmente al pianto e ai capricci. Perché portarlo a fare tutto questo? Nell'educazione è fondamentale la comunicazione non verbale, al pari di quella verbale: uno sguardo fisso accompagnato da un tono di voce pacato e deciso è in grado di far guadagnare rispetto più di altri modi. Non solo otterrete ciò che volete dal bambino, ma sarete anche un ottimo esempio per loro.
- L'importanza del modo verbale: quando ci si rivolge ad un bambino, per riprenderlo non si dovrebbe mai usare l'imperativo. Questo modo verbale scatena facilmente ribellioni e reazioni opposte a ciò che si desidera. Vagliate inoltre il peso di ogni vostra affermazione: cercate di concentrarvi su quello che si poteva fare prima piuttosto che su quello che non si può più recuperare. Ad esempio, meglio domandare "Cosa è successo?" invece di "Di chi è la colpa?": non trovate che quest'ultima frase sia in grado di accendere subito gli animi, mentre la prima induca ad un atteggiamento più riflessivo?
- Autocontrollo: questo punto più degli altri si rivolge ai genitori. Dopo una giornata di lavoro mantenere il controllo sul proprio comportamento e sulle proprie parole non è facile. Non è neanche una caratteristica innata ma un'abilità che si acquisisce solo con l'allenamento. Il segreto è distinguere le emozioni del momento da quelle provenienti da altri fatti accaduti nell'arco della giornata. Non aggiungete mai emozioni negative che non appartengono al fatto che state discutendo con il bambino. Quando vi accorgete che state perdendo l'autocontrollo cercate di trovare una valvola di sfogo poco visibile ai bambini. Questa è la sfida più dura per un adulto!
- Autonomia: se rendete i vostri figli autonomi e responsabili ci saranno meno occasioni in cui vi ritroverete a discutere. Non vi intromettete sempre nelle loro attività e lasciategli sbrigare quelle che possono portare a termine da soli (preparare la cartella, vestirsi, portare i piatti nel lavandino...). Sviluppare l'autosufficienza è uno dei segreti dei genitori che vivono in armonia con i propri figli.
Non è sempre facile mettere in pratica queste 5 regole: ma se ci riuscirete avrete dei figli con un'educazione esemplare e voi sarete degli adulti migliori!
Linda Bartlett/commons.wikimedia.org
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