Prima dei condizionatori, gli uomini raffreddavano le case con tecniche ingegnose che oggi spesso ignoriamo

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di Marco Renzi

13 Maggio 2017

Prima dei condizionatori, gli uomini raffreddavano le case con tecniche ingegnose che oggi spesso ignoriamo

Fin dalla notte dei tempi l'uomo ha avuto l'istinto di cercare e costruire luoghi che potessero permettergli di vivere protetto dagli agenti atmosferici o dai nemici. Queste strutture, che comunemente chiamiamo case, venivano realizzate in maniera molto diversa a seconda della zona del pianeta in cui ci si trovasse, e rientrano nella definizione di architettura spontanea o vernacolare, studiata a lungo da Bernard Rudofsky: quell'architettura che nasce cioè in modo naturale, e dipende unicamente dalle necessità di chi vi abiterà, dai materiali reperibili nella zona e dalle condizioni climatiche o ambientali che dovrà fronteggiare.

Come capirete, si tratta di una mole enorme di trucchi di costruzione e soluzioni geniali che fanno parte del patrimonio dell'umanità. E che oggi, nell'era della globalizzazione, rischiamo di veder sparire.

Le case alveare di Harran

Le case alveare di Harran

Sarah Murray on Flickr/ Beehive Houses of Harran, Turkey

Nel sud della Turchia esiste una città di nome Harran in cui le case venivano costruite a forma di alveare. Venivano usati mattoni di fango e pietre disponibili in zona. Si costruivano in poco tempo e permettevano la ventilazione diurna tramite dei fori laterali e il riscaldamento notturno grazie alla ciminiera posta sulla sommità. Oggi sono usate solo come ripostigli.

I tetti di alghe della Danimarca

I tetti di alghe della Danimarca

Seier + seir on Flickr

Per evitare di sprecare prezioso legno gli abitanti dell'isola di Læsø in Danimarca iniziarono a costruire tetti fatti di alghe, precisamente di zostera marina. Queste particolari costruzioni erano in grado di resistere a quasi ogni tipo di evento atmosferico, poiché impregnate di acqua salata e attaccate tra loro strato dopo strato.

Le cisterne iraniane che raffreddavano l'acqua

Le cisterne iraniane che raffreddavano l'acqua

Wikimedia user Zereshk

In un paese come l'Iran che comprende molte zone aride, raccogliere e conservare l'acqua può essere di vitale importanza. Queste cisterne erano dotate di peculiari prese d'aria che ne permettevano il raffreddamento e impedivano la condensazione e la dispersione.

Le case "porose" della Malesia

Le case "porose" della Malesia

Flickr user tukangkebun

In Malesia venivano costruite case che potessero fronteggiare il più possibile le piogge e l'umidità. Interamente fatte di legno, avevano dei pori che permettevano una ventilazione continua e mantenevano le pareti asciutte. Anche i pali su cui venivano erette servivano a proteggerle dall'acqua del suolo.

L'architettura globalizzata

L'architettura globalizzata

Nell'era della globalizzazione, non vi risulterà difficile immaginarlo, tutte queste sfumature si stanno velocemente perdendo.

In generale si usano materiali come metallo, cemento e vetro come simboli di un'architettura avanzata, mentre si abbandonano mattoni ed elementi vegetali perché considerati antiquati. Non si riflette quasi mai sul fatto che questi ultimi elementi di costruzione possono adattarsi meglio alle condizioni climatiche del luogo e che le tecniche di costruzione tradizionali si sono sviluppate durante secoli e secoli proprio per adattarsi all'ambiente.

Queste tecniche permettono ad esempio di raffreddare e riscaldare ambienti in maniera naturale e "passiva", ma noi preferiamo ignorarle. Meglio costruire un cubo di cemento e attaccarci sulla parete una rumorosa scatola bianca con dentro una ventola...