La produzione di carne non è più sostenibile: gli scienziati hanno già trovato il cibo che la sostituirà
Consumare o meno la carne, presto, non sarà più solo una scelta di tipo etico. Al momento l'impatto ambientale dell'allevamento e della macellazione di animali non è ancora in primo piano, anche se la scienza lo può già confermare: tutta la filiera agro-alimentare della carne è una dei principali responsabili delle emissioni di gas serra nell'atmosfera, e il mondo in cui la si consuma sarà sostenibile ancora per poco. In tutto ciò c'è una buona notizia: gli scienziati hanno giù individuato un'ottima alternativa alla carne animale, sia dal punto di vista nutrizionale che ambientale.
Sostituire gli insetti alla carne apporterebbe due importanti benefici all'ambiente.
I benefici si manifesterebbero in due modi: il primo, rendendo disponibile migliaia di ettari di terreni da utilizzare in altro modo e il secondo, riducendo la quantità di gas serra immessi nell'atmosfera.
Smettere di mangiare carne sarebbe di gran lunga più vantaggioso per l'ambiente, anche di più dell'abolizione dell'uso delle auto. Una stima approssimativa ha stabilito che si libererebbe un'area grande come 70 volte il Regno Unito.
"Tanti piccoli cambiamenti nel comportamento dei consumatori darebbero una mano al pianeta: scegliere carni bianche al posto di quelle rosse, limitare gli sprechi alimentari ed introdurre insetti nella dieta", afferma Peter Alexander dell'Università di Edimburgo.
L'Associazione per il Trattamento Etico degli Animali (PETA) sostiene che la filiera di produzione della carne è responsabile del 51% dei gas serra. Alla luce di questo preoccupante dato gli scienziati stanno indagando su altre forme di alimentazione sostitutive della carne.
Per quanto la questione possa sembrare futuristica, nel Regno Unito si sta già pensando all'apertura di 6 allevamenti di insetti commestibili.
La scienza guarda al futuro quando si parla di alimentazione, ma deve essere la popolazione a mostrarsi pronta a compiere il passo in avanti. Tutte queste ricerche non hanno senso se le persone non sono disposte a cambiare le proprie abitudini. Secondo i ricercatori si deve iniziare promuovere il superamento della fase "Bleah!" (per chi non fosse pratico con le onomatopee, "Che schifo!") per introdurre prima possibile altre forme di alimentazione più sostenibili, come il consumo di insetti.
E voi, siete pronti a fare il passo?