L'Italia completa il primo dei 10 super magneti per raggiungere il sogno della fusione nucleare
La fissione nucleare è l'energia del futuro: un futuro neanche troppo distante visto che la produzione degli elementi necessari al funzionamento degli impianti sono già in corso. Al momento ci troviamo in una fase tutta sperimentale, e ci si muove a piccoli passi.
Sotto il punto di vista dell'investimento di risorse nello sviluppo di tecnologie nucleari, il mondo si dimostra tutto unito: il progetto ITER coinvolge 35 paesi di tutto il mondo (International Thermonuclear Experimental Reactor) ed ha come obiettivo la produzione di una macchina capace di fondere insieme isotopi dell'atomo di idrogeno per ricavarne elio ed una quantità di energia tale da poter disintegrare qualsiasi materiale.
L'impianto finale sarà costituito da 19 magneti, 10 dei quali sono stati affidati alle mani di ingegneri italiani.
Prima di addentrarci nel vivo della notizia, ci teniamo a chiarire un fatto sempre confuso e frainteso: la macchina ITER produrrà energia pulita, rinnovabile e sicura dal processo di fusione nucleare e non dalla fissione nucleare. La differenza è sostanziale.
Per fissione nucleare si intende il processo messo attualmente in atto per ricavare energia: esso consiste nella scissione di un atomo in due più leggeri. La massa totale è inferiore a quella iniziale e la differenza si libera come energia.
Al contrario per fusione nucleare si intende l'unione di due atomi leggeri per ricavarne uno pesante, la cui massa è sempre più leggera di quella dei due atomi di partenza. Anche in questo caso la differenza viene liberata sotto forma di energia. ITER funzionerà proprio attraverso la fusione nucleare.
I vantaggi di quest'ultima tecnologia sono diversi tra cui troviamo il fatto che le scorie prodotte sono a bassa radioattività e si estinguono nel giro di 100 anni, mentre la fusione ne produce di ben più resistenti (100.000 anni) e ad alta radioattività. A differenza del più antiquato processo, la fissione emette elio come gas di scarico (non radioattivo) ed altri gas non inquinanti, non coinvolge plutonio e di conseguenza si riduce la gravità di un eventuale incidente.
Per tutti questi motivi si sta guardando ad un futuro alimentato da energia ricavata da fusione nucleare e non più da fissione.
I numeri che ruotano attorno ad ITER sono anche troppo grandi per essere compresi a pieno: nasce dalla collaborazione di 35 paesi dell'Europa, della Cina, dell'India, del Giappone, dalla Russia, dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti, e la macchina completata richiederà una spesa di 18 miliardi di euro. L'impianto che sarà installato a Cadarache, in Francia, consterà di 19 magneti, 10 dei quali di costruzione italiana.
Ognuno dei magneti affidati all'Italia ha un costo di produzione di circa 50 milioni di euro.
A La Spezia, negli stabilimenti della San Giorgio dove fino al 2010 venivano costruite lavatrici, è stato da poco ultimato il primo magnete: un monolito ricoperto di acciaio all'interno del quale sarà raggiunta la temperatura di 150 milioni di gradi centigradi, dieci volte quella presente al centro del Sole. Tutto questo per riscaldare due isotopi dell'idrogeno (deuterio e trizio), fonderli e liberare un'energia capace di squagliare qualsiasi materiale. A questo punto si comprende anche il motivo per cui debba essere necessario il magnete: solo un campo magnetico può confinare il plasma (gli isotopi riscaldati) e l'energia prodotta. Ciò che è ancor più strabiliante è il fatto che a pochi metri dal centro super-caldo del reattore vengano raggiunte temperature dall'altra parte del termometro, su per giù 269 gradi sotto zero.
Un progetto importantissimo, di cui forse non se ne parla abbastanza, ma che speriamo che in futuro renda possibile l'avverarsi del sogno di ricavare energia pulita, rinnovabile e con pochi rischi.