Tumore ai polmoni: dopo 40 anni la terapia cambia completamente approccio
Per la prima volta dopo 40 anni cambia la cura per il tumore ai polmoni. È stato sviluppato un anticorpo monoclonale che sarà possibile assumere per via farmacologica, tale farmaco potenzierà il sistema immunitario rendendolo in grado di aggredire il tumore. Il suo nome è Pembrolizumab ed è stato approvato il 18 maggio 2017 dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e ora è in attesa di essere pubblicato dalla Gazzetta ufficiale prima di poter essere somministrato a migliaia di persone.
Secondo le indicazioni dell'Aifa questa nuova terapia per il tumore al polmone richiede che si tratti primariamente di un "carcinoma polmonare metastatico non a piccole cellule in cui i tumori esprimano alti livelli del recettore PD-L1", questo perché tale tipologia di tumore inattiva i linfociti T bloccando la risposta immunitaria dell'organismo; il farmaco sviluppato consente appunto di riattivare tali linfociti e permette al sistema immunitario di opporsi al carcinoma.
Il Pembrolizumab è un'arma che si affianca alle tradizionali cure rappresentate da chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche. I numeri dello studio sono dati importanti: dopo un anno, il 70% dei pazienti trattati con il farmaco è vivo rispetto al 50% di quelli trattati con la chemioterapia. Inoltre la riduzione del rischio di progressione della malattia è triplicato rispetto alla chemioterapia, passando dal 15% al 48%.
In alcuni casi il Pembrolizumab potrà essere usato anche come farmaco di seconda linea, ossia usato su pazienti che sono già stati trattati con la chemioterapia, purché il tumore presenti alti livelli di PD-L1; se questo dato non dovesse comparire bisognerà continuare con i metodi tradizionali.
Il farmaco sembra essere abbastanza sostenibile anche dal punto di vista economico e potrà essere utilizzato su più di cinquemila pazienti l'anno non appena verrà reso ufficiale secondo le procedure standard.
Questa scoperta risulta inoltre importante per le prospettive che apre: l'approccio innovativo dell'immuno-oncologia potrebbe costituire un punto di svolta nella cura del peggior male fisico dei nostri tempi, basta continuare a investire sulla ricerca e utilizzare questi investimenti con criterio.