Il più grande produttore di farmaci omeopatici prende gli antibiotici. E li dà anche ai figli.
La diatriba tra omeopatia e allopatia (la medicina tradizionale occidentale) va avanti da più di cento anni. Le due pratiche sono basate su princìpi opposti come rivelano i loro nomi: omeopatia deriva dl greco òmo (simile) e "pathos" (sofferenza), allopatia invece da "allos" (diverso). Intento della prima è infatti curare la malattia con il principio della malattia stessa mentre l'allopatia guarisce con il suo opposto, eliminando brutalmente il sintomo ma causando all'organismo ulteriori sforzi (anche per lo smaltimento del farmaco). L'omeopatia invece tiene conto del benessere generale del paziente, della sua psiche oltre che del suo corpo, e suo intento è ripristinare l'equilibrio dell'organismo.
In un'intervista al Corriere della Sera ha parlato Christian Boiron -direttore generale del Gruppo Boiron, leader mondiale dei farmaci omeopatici- il quale ha dichiarato di curare i suoi figli e i suoi nipoti anche con i farmaci tradizionali. Il problema, sostiene Boiron, non sono i farmaci in sé ma il medico che li somministra. La cosa più importante è "scegliere un buon medico". È lui che deve fare la diagnosi giusta e prescrivere la cura più adatta.
Per quanto riguarda il recente caso italiano del bambino di sette anni morto a causa dell'otite, Boiron non si è detto informato nello specifico. Il problema potrebbero essere stati i genitori, tardando a portarlo in ospedale, o il medico; con le poche informazioni che ha non è in grado di dirlo. Tuttavia non si pronuncia sorpreso dell'accaduto perché, afferma, succede anche con i farmaci allopatici: "nel mondo ogni anno muoiono due milioni di persone per questo, nessuno dice niente".
Il Farmacista francese tende a trovare un punto di incontro tra le due metodologie di cura, non vede il bisogno di separarle e piuttosto pensa il contrario: crede siano complementari. Gli individui reagiscono in modo diverso sia alle malattie che ai farmaci, per questo di volta in volta bisogna saper diagnosticare e prescrivere le cose giuste. Spesso si tende ad esagerare con i farmaci tradizionali i cui effetti collaterali non vanno sottovalutati. La chiave sta nella sinergia: "L'integrazione può essere preziosa, come già avviene nella cura del cancro". Con questo Boiron non vuole dire che l'omeopatia cura il tumore ma che può essere un'importante alleata del paziente per sopportare meglio le cure di prima e seconda linea.
Forse la risposta è nel mezzo, inspiegabilmente abbiamo sempre pensato che una pratica escludesse l'altra quando invece queste hanno entrambe un obbiettivo comune: "Far guarire il malato e alleviargli le sofferenze". E allora perché non farle collaborare nel raggiungimento di questo unico scopo?