Due ingegneri creano un filtro economico in grado di rimuovere l'arsenico dall'acqua
L'avvelenamento da arsenico contenuto nell'acqua è un problema che interessa ben 137 milioni di persone nel mondo, soprattutto in alcune zone dell'Asia e dell'America Latina. Ora però l'invenzione di un gruppo di ricercatori australiani potrebbe rappresentare la soluzione semplice ed economica a questa piaga responsabile di numerosi problemi di salute; si tratta di un sistema di filtraggio realizzato a partire da materiale riciclato.
via uts.edu.au
Un filtro facile da costruire ed economicamente vantaggioso
Google Scholar/UTS
I professori Saravanamuthu Vigneswaran e Tien Vinh Nguyen della Facoltà di Ingegneria della University of Technology di Sydney hanno portato a termine un innovativo progetto insieme ad alcuni colleghi e partner vietnamiti che è valso loro il premio "Technology Against Poverty". Si tratta di un filtro per l'acqua composto da tre elementi principali: una membrana organica, un serbatoio nel quale è inserita la membrana e una cartuccia assorbente ricavata da materiali di scarto presi dalle industrie locali che insieme vanno a formare un sistema attivabile con la luce solare o manualmente.
Oltre a catturare l'arsenico presente nell'acqua, la membrana è anche in grado di filtrare batteri e particelle solide in modo tale che il liquido che fuoriesce dal macchinario è del tutto potabile e sicuro.
Per la prima volta viene creato un metodo di filtraggio semplice ed economicamente vantaggioso, anche perché la realizzazione di questi pezzi e la manutenzione del macchinario sono processi semplici che possono essere insegnati e lasciati in "gestione" ai produttori del posto. Le componenti dismesse sarebbero riutilizzate per ottenere materiali da costruzione adeguatamente trattati e privati dell'arsenico.
L'avvelenamento da arsenico è un processo molto lento e per questo spesso sottovalutato, eppure può essere causa di diversi tipi di tumori, problemi gastrointestinali, ipotonia muscolare e compromissione delle capacità intellettive.
Immagini: Saravanamuthu Vigneswaran / UTS