Effettuata a Milano la prima iniezione di cellule staminali nervose per curare la sclerosi multipla
Al mondo sono circa 3 milioni i malati di sclerosi multipla: al momento per loro non c'è cura ma la scienza ha dimostrato recentemente di aver approfondito molto la patologia negli ultimi anni, al punto che si potrebbe essere arrivati ad un una svolta. All'Ospedale San Raffaele di Milano è stata effettuata la prima iniezione di cellule staminali neurali che, secondo i ricercatori, dovrebbero invertire i processi degenerativi che caratterizzano la malattia.
L'infusione di cellule staminali ha l'obiettivo di riparare i danni al cervello provocati dalla malattia.
Engineering at Cambridge/Flickr
Già in precedenza molti studi si sono interessati a verificare l'efficacia delle cellule staminali, ma il test avvenuto nell'istituto italiano è il primo in assoluto ad aver usato staminali neurali, o anche dette nervose: queste agiscono direttamente sul sistema nervoso centrale e per questo si pensa debbano ridurre maggiormente i danni provocati dalla sclerosi multipla.
Nello studio sono coinvolte 12 persone, tutte in uno stadio avanzato della malattia o in una fase progressiva. L'infusione è avvenuta attraverso un'iniezione lombare: le staminali neurali raggiungono così il liquido cerebrospinale per arrivare al cervello ed al midollo dove svolgeranno la loro funzione. Il compito che hanno è duplice: da una parte secernono sostanze che proteggono i tessuti già danneggiati, e dall'altra si differenziano in altre cellule capaci di sostituire la mielina. In medicina, la mielina è la guaina che circonda i fasci nervosi ed ha una funzione sia protettiva che di isolamento durante la trasmissione dello stimolo. La sclerosi multipla avanza principalmente danneggiando la guaina nervosa: tutto inizia con una riposta del sistema immunitario che improvvisamente attacca la mielina stessa, scatenando uno stato infiammatorio.
L'esperimento si basa su un precedente test condotto su topi, in seguito al quale è stata effettivamente osservata una parziale ricostruzione della guaina mielinica, una riduzione dello stato infiammatorio e in generale un attenuamento dei sintomi.
Ora si è passati al test su esseri umani: siamo davvero impazienti di avere ulteriori notizie in merito e siamo speranzosi che questa terapia costituisca una cura concreta per i milioni di malati al mondo.