Rilevata una drastica riduzione di ossigeno negli oceani: gli studiosi lanciano l'allarme
Sono state eseguite alcune misurazioni sui livelli di ossigeno presente negli oceani e i dati hanno dimostrato che negli ultimi cinquanta anni i parametri sono scesi in maniera rilevante. Se vi state chiedendo il motivo di questo calo delle quantità di ossigeno la risposta è sempre la stessa: l'essere umano.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature e rileva i livelli di ossigeno a partire dal 1960 scoprendone un abbassamento del 2% complessivo in tutte le masse oceaniche che ricoprono il pianeta.
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Fortunatamente i numeri che questo studio ci fornisce non sono ancora critici, ma bastano per restare all'erta. Se dovessimo continuare di questo passo si arriverebbe a una situazione preoccupante nei confronti della quale i ricercatori ci mettono in guardia.
L'oceanografo Lothar Stramma ha commentato dicendo: "Anche se la leggera diminuzione di ossigeno nell'atmosfera è attualmente considerata non critica, la perdita di ossigeno negli oceani può avere di gran lunga conseguenze di vasta portata a causa della distribuzione diseguale. Per la pesca e le economie costiere questo processo può risultare estremamente dannoso". I primi a subirne le conseguenze sarebbero tutti quegli organismi marini che vivono nelle zone dove il livello di ossigeno è più basso, ma presto il disagio si espanderebbe ben oltre.
L'inquinamento e il conseguente riscaldamento globale contribuiscono in massima misura a questo calo di ossigeno, complessivamente la quantità di acqua in sua completa assenza è quadruplicata dal 1960. Il picco è rappresentato dagli oceani del Nord del Pacifico che da soli rappresentano il 40% dell'acqua priva di ossigeno.
Considerando l'inquinamento in aumento costante i livelli di ossigeno si abbasseranno molto più in fretta negli anni futuri. Questo fenomeno comporterà una diminuzione delle aree sottomarine vivibili, forzando alcuni organismi al cambiamento e altri alla morte. Questo produrrà un conseguente stravolgimento degli ecosistemi, sia marini che non, influenzando così ogni specie di vita presente sul pianeta che sia essa animale o vegetale.
Ma non è troppo tardi, siamo ancora in tempo per fare qualcosa.