La storia della principessa nativa americana che si rifiutò di lasciare la terra dei suoi padri

di Simone Troja

26 Giugno 2017

La storia della principessa nativa americana che si rifiutò di lasciare la terra dei suoi padri

Si dice che ogni tanto al mercato dei fiori di Seattle alcuni turisti facciano delle strane domande ai venditori: "Abbiamo visto una vecchia seduta in terra" dicono, "l'abbiamo solo vista da lontano, sembrava una nativa americana. Aveva molti cestini disposti intorno, come fossero in vendita. Allora ci siamo avvicinati per acquistarne qualcuno ma lei era scomparsa. Chi è?". I venditori rispondono che si tratta della principessa Angelina, ma notando l'espressione interrogativa dei turisti iniziano a raccontare la sua storia.

via en.wikipedia.org

Capo Seattle e sua figlia strinsero amicizia con alcuni coloni, i Maynard.

Capo Seattle e sua figlia strinsero amicizia con alcuni coloni, i Maynard.

Edward S. Curtis | Wikimedia

Nel 1895 il fotografo americano Edward S. Curtis scattò la sua prima foto di un nativo americano, un'anziana donna avvolta in un fazzoletto rosso che pagò un dollaro per il disturbo. Questa foto contribuì ad accrescere la fama di Curtis, ma la storia davvero interessante era quella dell'anziana signora e non del fotografo. Questa donna era molto più che una semplice nativa americana, era Kikisoblu, prima figlia di Capo Seattle, un noto condottiero nativo americano e capo delle tribù Duwamish e Suquamish.

Kikisoblu nacque nel 1820 a Lushootseed, nei pressi dell'attuale Seattle, e quando i coloni arrivarono da quelle parti suo padre strinse amicizia con uno di loro: David Swinson “Doc” Maynard.

Catherine Maynard battezzò Kikisoblu con un secondo nome: Angelina.

Catherine Maynard battezzò Kikisoblu con un secondo nome: Angelina.

Frank La Roche | Wikimedia

Quando Catherine Maynard, seconda figlia di Doc, vide Kikisoblu le disse che era troppo bella per portare un nome del genere e la battezzò con un secondo nome: Angelina.

Accadde però che nel 1855 il governo degli Stati Uniti obbligò gli indiani Squamish ad abbandonare le loro terre e a ritirarsi all'interno di una riserva naturale, secondo quanto stabilito nel Trattato di Point Elliot. Angelina però si rifiutò di lasciare la casa e la città che aveva preso il nome di suo padre: erano pur sempre la sua casa e la sua città, non sarebbe andata via solo perché qualcuno glielo aveva ordinato.

Angelina si guadagnò il titolo di principessa per i suoi modi.

Angelina si guadagnò il titolo di principessa per i suoi modi.

Frank La Roche | Wikimedia

Rimase lì, di fronte a quello che oggi è il Pike Place Market, e si guadagnò il titolo di principessa non solo perché era la figlia di suo padre, ma anche per i suoi comportamenti coraggiosi e dignitosi. Visse da sola, procurandosi di che vivere facendo la lavandaia per i coloni e intessendo dei cestini che vendeva la sera al mercato, cercando di arrivare alla fine del mese.

Morì cattolica, con un sontuoso funerale offerto dai cittadini dei Seattle.

Morì cattolica, con un sontuoso funerale offerto dai cittadini dei Seattle.

Ye Olde Curiosity | Wikimedia

Viveva così in due mondi, in uno era Kikisoblu la principessa Squamish e nell'altro era Angelina, una lavandaia. Anche se il mondo dei nativi stava lentamente morendo lei si rifiutò ostinatamente di abbandonare le proprie radici e divenne un personaggio conosciuto e amato nella sua zona.

Ma anche per Kikisoblu arrivò il momento di porre fine alle danze, ammalata di artrite si convertì al cristianesimo e alla sua morte, avvenuta il 31 maggio 1896, ricevette un solenne funerale nella chiesa della Madonna del Buon Aiuto, simbolo di quanto aveva lasciato nei cuori dei cittadini.

Un giornale dell'epoca scrisse addirittura un piccolo articolo di commiato.

Un giornale dell'epoca scrisse addirittura un piccolo articolo di commiato.

Joe Mabel | Wikimedia

Dopo la sua morte un giornale dell'epoca fece uscire un articolo su di lei. Le parole che la testata le rivolse erano di affetto e calore, ricordandola a nome di tutti i cittadini di Seattle con affetto. Dopo qualche tempo la sua piccola casetta fu abbattuta e quella zona divenne parte dell'attuale mercato dei fiori dove, chissà, potreste incontrare una vecchina dal fazzoletto rosso e le labbra piegate che vende cestini fatti a mano. O forse no, forse troverete soltanto i ricordi e i racconti di qualche anziano del posto.