Così erano la frutta e la verdura prima che l'uomo le "addomesticasse"
Siamo abituati a entrare nei negozi o a girare tra i banchi dell'ortofrutta e trovare sempre i tipici prodotti con la cui immagine abbiamo familiarizzato ormai da anni. Ma la natura non è un supermercato! Frutta e verdura sono il prodotto di accurate selezioni e accoppiamenti ad opera dell'uomo; i prodotti della terra non sono sempre stati come li conosciamo, ancora oggi ne esistono svariati esemplari selvatici in grado di resistere a condizioni climatiche avverse. Ma se crescono più facilmente è anche vero che non sono altrettanto semplici da mangiare perché si distanziano di molto da quello che siamo abituati a vedere sulle nostre tavole.
via Mnn.com
1. Dal teosinte (in alto) al mais (in basso), trasformato dagli agricoltori nel corso dei millenni.
Questi prodotti alternativi potrebbero rappresentare una soluzione al problema dei cambiamenti climatici. Essendosi evoluti all'esterno da serre e fattorie tendono ad essere estremamente più resistenti dei loro relativi coltivati e possono a sopravvivere al calore, ai sali, alle inondazioni, tutte caratteristiche di un pianeta surriscaldato. Questi parenti selvatici hanno tutte le carte in regola per coesistere con i loro parenti prossimi e potrebbero perciò "dare un mano" in caso di bisogno. Non a caso alcune associazioni si sono adoperate per preservare tali varietà e con loro anche alcune società si sono guardate intorno, un mercato del genere potrebbe fruttare loro svariati introiti. Sperando di riuscire a risolvere prima che sia troppo tardi il problema del riscaldamento globale, ecco come crescono alcuni prodotti senza l'ausilio dell'uomo.
2. Ecco com'è evoluta la banana, una delle sue prime versioni presentava una quantità fastidiosa di semi dalle dimensioni discrete.
3. Il Coyo è un albero selvatico della stessa famiglia dell'avocado, appartenente alla famiglia delle Lauraceae.
4. Il Lycopersicon chilense una specie molto simile al pomodoro anche se diversa nell'aspetto a causa della pigmentazione.
Carl M. Jones, University of California-Davis