Sopravvisse a tre disastri navali tra cui il Titanic: ecco la storia dell'infermiera "inaffondabile"
Fra il 1908 e il 1914 l'industria cantieristica navale di Belfast chiamata Harland and Wolff Heavy Industries costruì per la compagnia marittima inglese White Star Line tre navi passeggeri gemelle che andarono a comporre la cosiddetta Classe Olympic. I tre giganti del mare furono impiegati in modo diverso ma ebbero destini simili; ad accomunarli, inoltre, non vi fu solo l'azienda produttrice, bensì anche la vicenda di una donna, un'infermiera di nome Violet Jessop passata alla storia per essere sopravvissuta a ben tre disastri navali.
Immagini di copertina: Wikimedia 1 - 2
Una compagnia, tre incidenti, lo stesso, fortuito destino.
Le tre navi costruite a Belfast erano la Olympic (varata nel 1910), il Titanic (varato nel 1911) e la HMHS Britannic (varato nel 1914); fra di esse, la Olympic viene ricordata come la "sorella fortunata", poiché fu l'unica che ebbe una sorte "normale". Il caso volle che l'infermiera e cameriera di cabina Violet Jessop fosse a bordo di ognuna di esse quando rimasero coinvolte in incidenti anche molto gravi.
Violet era nata in Argentina da genitori irlandesi e all'età di sedici anni, dopo la morte del padre, si trasferì in Inghilterra. Nel 1910 iniziò a lavorare per la White Star Lines e l'anno successivo, il 20 settembre, era a bordo dell'Olympic quando si verificò la collisione con l'incrociatore Hawke che provocò uno squarcio nella poppa, con conseguente danneggiamento di alcuni compartimenti stagni, e la perdita di una pala dell'elica. Tuttavia la nave non affondò, ma fu riparata per poi essere demolita a "fine servizio" nel 1935.
Il 10 aprile del 1912, però, la venticinquenne Violet Jessop era in servizio sul Titanic: lei fu fra le 710 persone che riuscirono a trovare posto sulle poche scialuppe di salvataggio (la sua era la numero 16) e che in seguito vennero soccorse dalla nave RMS Carpathia. Morirono 1514 passeggeri.
Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, il Britannic, che era il più grande e, in teoria, il più sicuro dei tre transatlantici, venne impiegato non come nave passeggeri, ma fu convertito in nave ospedale. Il 21 novembre 1916, mentre affrontava uno dei suoi numerosi viaggi per il trasporto dei feriti, la nave rimase vittima dell'esplosione di alcune mine piazzate nel canale di Ceo (Grecia) da un sottomarino tedesco il mese prima (SM U-73). Nell'arco di 57 minuti il Britannic era affondato causando la morte di 30 persone. Violet Jessop, anche quella volta, riuscì a salire su una scialuppa ma fu colpita alla testa da un pezzo di elica; riportò gravi ferite ma sopravvisse, così come aveva fatto le altre volte e come era accaduto quando aveva contratto la tubercolosi da bambina.
La sua vita ebbe fine nel 1971, all'età di 84 anni.