Ritrovano un sacchetto di cannabis vicino allo scheletro di una donna vichinga: ecco l'uso che ne faceva

Claudia Melucci image
di Claudia Melucci

24 Luglio 2017

Ritrovano un sacchetto di cannabis vicino allo scheletro di una donna vichinga: ecco l'uso che ne faceva

Non solo la cannabis si è rivelata efficace nel trattamento del dolore derivato da patologie croniche, ma gli ultimi studi affermano anche che le sostanze cannabinoidi agiscono in maniera positiva anche nella cura dell'Alzheimer: è come se fossero in grado di portare indietro l'orologio biologico del cervello. Ma questa scoperta non sembra essere una novità vera e propria: indagini archeologiche su uno dei più completi e ricchi ritrovamenti vichinghi hanno rivelato la presenza di un sacchetto contenente cannabis in un sepolcro, usata probabilmente come palliativo

Il sacchetto contenente cannabis è stato ritrovato nel sepolcro di Oseberg, il più ricco e interessante ritrovamento vichingo.

Il sacchetto contenente cannabis è stato ritrovato nel sepolcro di Oseberg, il più ricco e interessante ritrovamento vichingo.

Jean-Pierre Dalbéra /en.wikipedia.org

Nel tumulo è stata rivenuta una nave intera, i resti dei corpi di due donne, gli scheletri di 14 cavalli, di un bue e di 3 cani. Nel corredo funerario c'erano anche diversi lavori tessili, abiti, rimanenze di cibo e manufatti in legno: la perfetta conservazione è dovuta alla composizione del terreno, principalmente argilla e torba. La sepoltura risale all'834 ma solo tra il 1904 e il 1905 è stata riportata alla luce in un'area rurale della Norvegia. 

Gli studiosi si sono concentrati soprattutto sui corpi delle due donne, una più giovane e una più anziana. Una delle prime certezze a cui sono potuti risalire è quella riguardo il rango. Una tale sepoltura non era per tutti, ma riservata solo ai personaggi particolarmente influenti nella società, per questo le due devono aver ricoperto un qualche ruolo religioso o politico. Non si sa tuttavia il legame esistente tra le due.

La più anziana deve essere morta all'età di 80 anni, un vero record per l'epoca, per un tumore. Proprio nelle vicinanze del suo corpo è stato ritrovato il sacchetto con la cannabis. 

La donna deve aver sofferto molto per la sua malattia e la cannabis ritrovata si pensa che venisse usata da lei per reprimere il dolore.

La donna deve aver sofferto molto per la sua malattia e la cannabis ritrovata si pensa che venisse usata da lei per reprimere il dolore.

Walther Otto Müller/Wikimedia

La teoria risulta essere verosimile per il fatto che i Vichinghi sono stati un popolo che usava molto le erbe disponibili in natura per le medicazioni e per il trattamento delle malattie.

Date le numerose scoperte nell'ambito della correlazione tra cannabis ed effetti terapeutici, la notizia che anche i vichinghi ne facessero uso non sembra essere così sorprendente. Eppure da questa scoperta archeologica dobbiamo trarre una riflessione: per molti secoli le persone si sono curate esclusivamente con ciò che trovavano in natura, mentre oggi facciamo ricorso prima di tutto a farmaci di origine chimica. Ovviamente non pensiamo che ciò sia sbagliato, ma forse ne abusiamo fin troppo e allo stesso tempo la fiducia nell'effetto curativo della natura svanisce sempre di più.