Ai dipendenti di un'azienda è stato proposto un chip sottopelle: la questione ha indignato il mondo

di Simone Troja

31 Luglio 2017

Ai dipendenti di un'azienda è stato proposto un chip sottopelle: la questione ha indignato il mondo

Preparatevi a vedere il tramonto del badge, delle chiavi e delle password. Sul posto di lavoro potrebbe arrivare un microchip impiantato sotto pelle e contenente tutte le informazioni necessarie per accedere ai dispositivi in ufficio. Non è fantascienza, ma quello che sta succedendo nel Wisconsin, Stati Uniti. I manager di un'azienda di merendine con circa 85 dipendenti, hanno infatti proposto ai propri lavoratori di impiantarsi un chip che contenga informazioni come password e codici di accesso, ma anche molto altro.

Un chip per facilitare le azioni quotidiane all'interno dell'ufficio: ma siamo sicuri che sia tutto qui?

Un chip per facilitare le azioni quotidiane all'interno dell'ufficio: ma siamo sicuri che sia tutto qui?

Light Warrior | wikimedia

Il dispositivo è grande come un chicco di riso e verrebbe impiantato nella mano, tra l'indice e il pollice dei dipendenti che potranno scegliere di aderire o meno al progetto. La tecnologia di cui si servirà il chip è la stessa già impiegata nelle carte di credito e nelle etichette anti-taccheggio. Gli impiegati muniti di tale tecnologia potranno così aprire le porte dell'ufficio, registrare la propria presenza, sbloccare computer, telefoni e fotocopiatrici; ma anche prendere caffè e snack ai distributori semplicemente avvicinando la mano.

La vicenda ha suscitato grande scalpore, ma i manager rassicurano i propri dipendenti che il dispositivo non contiene alcuna tecnologia GPS in grado di tracciarli, e che il sistema è criptato e a prova di hacker.

È inevitabile che, quando attivo, il chip tracci gli spostamenti dei dipendenti: non è una limitazione della libertà?

È inevitabile che, quando attivo, il chip tracci gli spostamenti dei dipendenti: non è una limitazione della libertà?

Amal Graafstra | Wikimedia

Ulteriore sicurezza arriva dal fatto che i microchip si collegano a internet solo a brevissima distanza e con macchinari particolari, altrimenti è impossibile raggiungere le informazioni che vi sono contenute. Unico fatto inquietante resta il controllo all'interno dell'azienda: il chip permette di sapere dove si trovano gli impiegati all'interno della struttura, quante volte vanno in bagno e quante pause caffè fanno.

Fredric Kaijser, l’amministratore delegato dell'azienda, si dice convinto della bontà dell'iniziativa e per dare l’esempio non ha esitato a farsi impiantare il dispositivo. L'azienda si aspetta che almeno cinquanta dipendenti accettino la procedura e ha organizzato un piccolo evento per inaugurare l'iniziativa: il "chip party".