L'ultima donna al mondo in grado di lavorare la rarissima e preziosa seta di mare
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L'avvicendarsi delle generazioni e i cambiamenti globali a livello economico hanno come (inevitabile?) conseguenza la perdita parziale o totale del patrimonio artigianale, inteso soprattutto come abilità di produrre manualmente accessori e prodotti tipici di una data area geografica.
Capita spesso che i giovani risultino poco interessati ad imparare le arti dei loro nonni, e non solo per disinteresse. Non essendoci una reale necessità di produzione (a causa del progresso industriale o della mancanza di un mercato di riferimento) alcuni preziosissimi processi di lavorazione artigianale risultano obsoleti e rischiano di perdersi per sempre.
Solo l'informazione e la salvaguardia del patrimonio culturale di un paese possono salvare questi pezzi di storia dall'oblio, e a tal proposito vogliamo raccontarvi la storia di Chiara Vigo, l'ultima tessitrice di seta di mare.
via chiaravigo.it
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Nel mar Mediterraneo, in condizioni ottimali di purezza dell'acqua, vive un enorme mollusco dal nome Pinna Nobilis, che guarda caso è a rischio di estinzione. Per ancorarsi agli scogli l'animale secerne un filamento proteico che a contatto con l'acqua si solidifica: nasce così il bisso, uno dei fili più rari e preziosi al mondo.
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La millenaria arte della raccolta, produzione e tessitura del bisso è ormai praticamente scomparsa, se non fosse per un'unica donna che ne custodisce il segreto: si tratta di Chiara Vigo, che vive e lavora sull'isola di Sant'Antioco in Sardegna e ad oltre 60 anni si immerge fino a 17 metri per raccogliere il filamento.
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Il popolo sardo è in generale molto legato al suo territorio e alla sua fauna, e Chiara non è da meno: la donna ha infatti perfezionato la tecnica che permette di raccogliere il filamento senza danneggiare o uccidere l'animale. Se ne recidono solo gli ultimi 5 cm, con il risultato che per fare 30 grammi di seta ci vogliono decine di immersioni.
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L'attività di Chiara Vigo non è legata al rientro economico, poiché vincolata al "giuramento del mare": una promessa solenne con cui Chiara si è impegnata a non trarre profitto dal bisso, che essendo un prodotto marino è patrimonio dell'umanità e non del singolo. I suoi prodotti non possono essere acquistati (ha rifiutato cifre da capogiro) ma solo regalati. Talvolta a personalità note come Benedetto XVI o la regina di Danimarca, talvolta a coppie di sposi di passaggio.
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La storia del bisso ha radici millenarie e si perde nella notte dei tempi. Viene nominato in molti passi della Bibbia e riferito anche ai popoli dell'Egitto e della Mesopotamia; ciò che è certo è che molti regnanti in tutto il mondo ne vennero in possesso, come testimoniano i pezzi esposti in vari musei (foto successiva: museo di Storia Naturale di Braunschweig, in Germania).
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Fino agli anni '50 era possibile trovare sull'isola di Sant'Antioco varie tessitrici di bisso, ma con il tempo il numero si è ridotto e non c'è stato un ricambio generazionale.
Per fortuna le istituzioni, anche grazie all'informazione e a petizioni online, si sono interessate alla faccenda e oggi esiste un museo che è possibile visitare. Quello che ci auguriamo è che l'interesse non si affievolisca e che ci sia una nuova generazione di tessitrici pronta ad ereditare questa tradizione millenaria per non perdere un ennesimo, preziosissimo, pezzo della nostra storia.
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Per saperne di più consultate il sito web chiaravigo.it.