Torna il vuoto a rendere: dal 10 Ottobre si potranno restituire bottiglie di vetro e plastica
La spazzatura non è solo un problema dell'Italia: è una questione imprescindibile dall'esistenza umana, a cui è necessario trovare una soluzione efficace. C'è da dire però che l'Italia è uno dei paesi che ha preso più tardi provvedimenti seri per promuovere la differenziazione degli scarti, e ad oggi fatica ancora a rendere la raccolta differenziata un'abitudine tra i cittadini. Forse a riuscirci sarà l'ultimo provvedimento voluto dal Ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti: torna il vuoto a rendere.
Dal 10 Ottobre verrà avviata una fase di sperimentazione sul vuoto a rendere: sarà possibile restituire bottiglie di plastica e di vetro e ricevere un piccolo compenso.
In Germania è da anni che è così: i consumatori si recano da un esercente, non importa che sia diverso da quello che ha venduto in origine le bottiglie, e ricevono il cosiddetto pfand, il compenso per la resa del vuoto. In Italia la pratica ha smesso di funzionare negli anni '80, ma adesso viene di nuovo approvata con l'intento di spingere di più i cittadini al riciclo dei materiali e di alleggerire il carico di rifiuti delle isole ecologiche.
Il regolamento del vuoto a rendere è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 25 Settembre ed entrerà in vigore dal 10 Ottobre: i bar, ristoranti, tavole calde, alberghi ed altri esercizi commerciali che aderiranno alla fase di sperimentazione, segnaleranno con un'insegna la possibilità di ricevere bottiglie di vetro e di plastica vuote. Verranno accettati solo contenitori con una capienza da 0,2 l a 1,5 l, con una restituzione che andrà 0,05€ a 0,3€. Ogni contenitore verrà debitamente sterilizzato prima di essere reinserito nella catena produttiva e non sarà comunque riutilizzato per più di 10 volte. Il tutto con un netto risparmio energetico, in quanto l'intero processo di sterilizzazione richiede il 60% in meno dell'energia necessaria alla produzione di una bottiglia nuova.
Il provvedimento dovrà superare una prima fase di sperimentazione di un anno, per verificare la fattibilità tecnico-economica, per poi essere eventualmente essere resa definitiva.
Dunque non resta che sperare che l'iniziativa vada a buon fine e che questa buona pratica torni ad essere valida.