Il gaslighting: che cos'è e 3 modi per capire se ne soffri
La sottigliezza è il segreto di una tortura efficace: tracce invisibili agli occhi degli altri, una presenza costante anche senza la presenza fisica, parole dette per incutere paure e per sottomettere. I manipolatori sono molto abili a fare tutto questo: sono in grado di inserirsi nella testa di una persona e farle pensare esattamente ciò che loro intendono. Il gaslighting è una forma di violenza psicologica volta a far dubitare la vittima della sua memoria e della sua percezione della realtà. Attraverso la disinformazione e la somministrazione "in pillole" di menzogne, i manipolatori conducono una persona alla follia. Riconoscere in tempo che qualcuno sta adottando questa tecnica è molto importante: altrettanto lo è sapere come agire.
Il gaslighting è una violenza che può nascere in una qualsiasi relazione: in una coppia, tra genitori e figli, tra colleghi di lavoro.
Il nome deriva dall'omonimo film del 1938, in cui un uomo manipola la moglie, facendole credere di essere pazza e di avere dei vuoti di memoria.
La pericolosità di questa violenza è il fatto che spesso chi la subisce inizia a dubitare subito di se stesso, cadendo nella trappola del gioco, e chi la perpetra neanche se ne rende conto: spesso è un comportamento "naturale" dettato dall'emergenza della situazione (un tradimento, una verità da rivelare, un'esasperazione...).
I manipolatori esperti sanno in che modo arrivare all'obiettivo (la follia della vittima) in poco tempo, ma chiunque potrebbe far impazzire una persona, sebbene con tempi e modi diversi.
Ma come riconoscere se qualcuno sta attuando il gaslighting?
Una persona inizia a farvi dubitare troppo spesso della realtà.
"Le cose non sono andate così, non vedi? Ecco le prove!", "Come fai a sbagliare in questo modo...", "A volte mi spaventi con i tuoi vuoti di memoria", "Sei un'altra persona...": sono tutte frasi che dovrebbero far sospettare dell'inizio di un processo di manipolazione. È vero la memoria non è sempre infallibile, ma un semplice colloquio con un esperto vi chiarirà se avete dei veri problemi o meno.
Un altro film (La ragazza del treno, 2016) affronta il tema: una donna è depressa per aver distrutto il suo matrimonio a causa della dedizione all'alcol, ma poi scopre che è stato il marito ad approfittare dei suoi momenti di debolezza e di confusione mentale per farle credere cose non vere, per assumere il ruolo della vittima.
Vi racconta delle bugie che potrebbero sembrarvi vere.
Il manipolatore, professionista o meno, non inventa bugie assurde ma richiama sempre circostanze e comportamenti che si potrebbero essere verificati davvero. Il manipolatore è sempre una persona che vi conosce bene e che quindi sa come insinuare in voi il dubbio. La pericolosità delle menzogne non sono le menzogne stesse, ma il senso di colpa che provocano: è su questo che puntano i manipolatori.
Una persona si comporta come una vittima e vi dà la colpa di tutto.
Le responsabilità non sono quasi mai di una sola persona: il manipolatore però cerca di far credere proprio questo alla vittima, di farle sentire tutto il peso degli sbagli. Il manipolatore è in grado di creare un senso di colpa anche per le scelte "sbagliate" più banali: il ristorante, il film da vedere, l'oggetto acquistato, l'hotel prenotato.
Non dubitate mai della realtà, e se qualcosa non vi torna parlatene con uno specialista: saprà subito individuare la presenza eventuale di una qualche problematica. Il gaslighting è una delle peggiori forme di violenza psicologica che, al contrario di quanto si pensa, è alla portata di tutti.