3 modi in cui l'infanzia ha creato le credenze fondamentali su cui si basa la tua vita da adulto
Gli psicologi vengono raggiunti spesso da persone che hanno intenzione di risolvere problematiche del presente, che esordiscono dicendo "Non voglio parlare del mio passato", ma che inevitabilmente arrivano a farlo: per gli esperti non c'è nulla di sorprendente, perché sanno bene che molti dei problemi che si trova ad affrontare un adulto trovano origine in età infantile. Da bambini infatti sviluppiamo 3 credenze fondamentali che ci influenzano per tutta la vita, spesso in maniera limitante.
- La credenza su se stessi: è nell'infanzia che sviluppiamo il modo in cui ci vediamo come persona. Le esperienze vissute con i genitori, con i fratelli e gli insegnanti, ci insegnano qualcosa su di noi. Vivendo determinate situazioni ci rendiamo conto se siamo delle persone con una buona educazione, a cui piace avere contatti con gli altri, o se invece preferiamo attività in cui non c'è bisogno della collaborazione, se siamo timidi o estroversi. Una volta che ci formiamo questa idea su di noi, e quindi sul modo in cui ci vedono gli altri, quella stessa idea finisce per influenzare le nostre scelte e le nostre interazioni.
- La credenza sugli altri: l'infanzia insegna molto anche sul modo in cui sono le altre persone. Sono sempre buone? Aiutano attivamente il prossimo? Oppure si feriscono tra loro per secondi fini? Chi vive un'infanzia tranquilla probabilmente finirà per pensare che delle altre persone ci si possa fidare completamente, ma se durante l'infanzia si verificano traumi, si imparerà che le persone possono ferire e perfino abusare.
- La credenza sul mondo: i bambini che crescono in un ambiente funzionale, completo e all'avanguardia, concepiranno il mondo come un posto altrettanto sicuro. Evidentemente chi non ha fiducia nel mondo e crede che sia un luogo in cui bisogna stare sempre sull'attenti ha formato questa idea a seguito di esperienze negative durante l'infanzia.
Le credenze si trasformano in profezie che facciamo auto-avverare.
Da bambini non abbiamo gli strumenti necessari per capire che quello che accade a noi non è detto che sia una regola generale per tutti: per questo motivo queste credenze finiscono per diventare simili a delle profezie. Se per un qualche motivo un bambino finisce per pensare che non sia molto intelligente, crescerà con la convinzione di questo, sebbene non per forza debba essere la verità. Da adulto cercherà sempre delle evidenze che provino quell'idea di se stesso, ad esempio ingigantendo i fallimenti o problemi di apprendimento. Un esito positivo verrà invece considerato un colpo di fortuna, e non verrà mai pensato come frutto della propria intelligenza.
Non mettiamo mai in dubbio le nostre credenze primordiali, perché è sconvolgente vedere che l'idea che abbiamo di noi stessi non corrisponde all'evidenza dei fatti.
Le credenze guidano le nostre scelte: se pensiamo di non essere intelligenti probabilmente non ci impegneremo molto nello studio, e se pensiamo di non essere simpatici probabilmente non ci impegneremo molto nello stabilire delle amicizie. Se non avremmo delle amicizie il fatto andrà solo a rinforzare la nostra credenza di non essere simpatici.
Come cambiare le credenze primordiali?
Gli psicologi, per affrontare problematiche del presente, operano spesso sul paziente per cambiare le credenze primordiali: se quindi un paziente gli parlerà di un problema di socializzazione, lo psicologo andrà ad analizzare l'idea che il paziente ha di se stesso e, se quest'idea sarà negativa, andrà a lavorare sulla modifica di quell'idea.
Alcuni adulti non riescono ad abbandonare le credenze che si sono fatti da bambini, che ruotano in modo continuo nelle loro menti come dei nastri. Queste idee ricordano loro il motivo per cui non avranno mai successo nella vita, per cui non potranno mai stabilire dei rapporti sinceri, e lottano per abbandonare queste credenze che li limitano in molte situazioni.
La buona notizia è che tutti possono arrivare a modificare le credenze primordiali sbagliate dell'infanzia: è una pratica che richiede tempo ed allenamento per portare il cervello a vedere le cose in modo diverso da come è sempre stato abituato a pensare.
Per le situazioni più traumatiche può volerci l'aiuto di un professionista, ma in ogni caso abbandonare le credenze improduttive che abbiamo sviluppato nell'infanzia può essere la chiave per andare avanti e raggiungere i nostri più alti potenziali.