Questa principessa saudita è qui per stravolgere la nostra idea delle donne del Medio Oriente
Che le donne dell'Arabia Saudita non se la passino affatto bene in termini di diritti lo sappiamo (nel 2016 occupava il posto 141 di 144 nell'annuale Global Gender Gap Report), eppure negli ultimi anni ci sono state delle aperture a livello legislativo.
A sostenere molte delle iniziative a favore di una maggiore uguaglianza di genere in questo paese c'è anche la principessa Ameerah al-Taweel, una figura che si presenta e si comporta in un modo che difficilmente assoceremmo alle arabe saudite.
Andando vedere come si è svolta la sua vita finora, capiamo che Ameerah non ha nulla di convenzionale, per quanto riguarda il mondo arabo.
Dopo il divorzio dei genitori, Ameerah è stata cresciuta dalla madre e dai nonni materni. Il titolo di principessa lo ha ricevuto dal padre, che appartiene a un ramo della famiglia reale.
Ameerah ha svolto la sua formazione universitaria negli Stati Uniti, laureandosi in Business Administration presso la University of New Haven, un ateneo laico del Connecticut.
Ameerah è la vice-presidente della Alwaleed Philanthropies, un'associazione umanitaria che ha fondato insieme al suo ex-marito.
Sì perché la principessa è lei stessa divorziata: è stata sposata dal 2008 al 2013 con un principe più grandi di lei di quasi trent'anni e che era all'epoca al suo terzo matrimonio.
Pare che il suo modo di presentarsi in pubblico e di parlare coi media, così come il sostegno al diritto delle donne saudite di guidare e di vedere ampliati i loro diritti in generale siano stati alla base della rottura col marito che subiva grosse pressioni dalla famiglia affinché controllasse i comportamenti della moglie.
Ameerah fa anche parte del consiglio di amministrazione della Silatech, un'organizzazione con base in Qatar che mira a creare lavoro e opportunità commerciali per i i giovani arabi fra i 18 e i 30 anni.
Le organizzazioni di cui è madrina o che guida in prima persona, comunque, sono ben più numerose di così.
Per questo suo impegno nel mondo del filantropismo e grazie alle sue missioni umanitarie (di cui molte svolte in Africa) e al sostegno pubblico di molte campagne a favore dei diritti delle donne arabe, Ameerah è stata insignita di diversi riconoscimenti internazionali e sembra non avere nessuna intenzione di tornare sui suoi passi.