Rubava scatti di sconosciuti nascondendo la macchinetta: il 1° "paparazzo" della storia agiva nel 1890

di Giulia Bertoni

03 Gennaio 2018

Rubava scatti di sconosciuti nascondendo la macchinetta: il 1° "paparazzo" della storia agiva nel 1890

Il matematico e astronomo norvegese Fredrik Carl Mülertz Størmer è noto nel suo ambito per gli studi sul fenomeno dell'aurora polare e per quelli che nella teoria dei numeri vengono chiamati "numeri di Størmer", eppure quest'uomo viene ricordato anche per un suo curioso passatempo: andare in giro per la città di Oslo a fotografare di nascosto i passanti suoi concittadini.
Nonostante i suoi meriti scientifici, insomma, Størmer può essere definito il primo paparazzo di Norvegia!

Nel 1893, quando era ancora uno studente presso la Royal Frederick University, il diciannovenne Carl Størmer entrò in possesso di una fotocamera chiamata Concealed Vest Camera, prodotta dall'azienda tedesca Stirn.

Nel 1893, quando era ancora uno studente presso la Royal Frederick University, il diciannovenne Carl Størmer entrò in possesso di una fotocamera chiamata Concealed Vest Camera, prodotta dall'azienda tedesca Stirn.

Historiccamera.com/Digitalt Museum

Il prodotto era in commercio dal 1888 e Størmer lo utilizzò con una certa assiduità.

Il prodotto era in commercio dal 1888 e Størmer lo utilizzò con una certa assiduità.

Digitalt Museum/Carl Størmer

Come dichiarò in un'intervista concessa al quotidiano St. Hallvard nel 1942:

Come dichiarò in un'intervista concessa al quotidiano St. Hallvard nel 1942:

Digitalt Museum/Carl Størmer

"Sembrava un contenitore di latta dalla forma schiacciata che nascondevo sotto il gilè di cui, attraverso una delle asole, spuntava solo l'obiettivo".

"Sembrava un contenitore di latta dalla forma schiacciata che nascondevo sotto il gilè di cui, attraverso una delle asole, spuntava solo l'obiettivo".

Digitalt Museum/Carl Størmer

Størmer aveva una strategia chiara per ottenere i suoi scatti: si recava in via Carl Johan, individuava una "vittima" e le rivolgeva un cenno di saluto.

Størmer aveva una strategia chiara per ottenere i suoi scatti: si recava in via Carl Johan, individuava una "vittima" e le rivolgeva un cenno di saluto.

Digitalt Museum/Carl Størmer

Non appena la persona si accingeva a rispondere, il futuro matematico tirava un laccio collegato alla macchina e che aveva fatto passare per la tasca dei pantaloni.

Non appena la persona si accingeva a rispondere, il futuro matematico tirava un laccio collegato alla macchina e che aveva fatto passare per la tasca dei pantaloni.

Digitalt Museum/Carl Størmer

A ogni uscita poteva scattare un massimo di sei fotografie.

A ogni uscita poteva scattare un massimo di sei fotografie.

Digitalt Museum/Carl Størmer

Non appena rientrava, Størmer sviluppava i suoi scatti rubati e cambiava il negativo, pronto ad andare a caccia di altri ignari soggetti.

Non appena rientrava, Størmer sviluppava i suoi scatti rubati e cambiava il negativo, pronto ad andare a caccia di altri ignari soggetti.

Digitalt Museum/Carl Størmer

Così facendo, nei suoi anni di università quest'uomo arrivò a scattare oltre 500 fotografie.

Così facendo, nei suoi anni di università quest'uomo arrivò a scattare oltre 500 fotografie.

Digitalt Museum/Carl Størmer

E oggi, oltre alle professioni più autoritarie che svolse con successo, può anche essere definito come uno dei primi paparazzi della storia!

E oggi, oltre alle professioni più autoritarie che svolse con successo, può anche essere definito come uno dei primi paparazzi della storia!

Digitalt Museum/Carl Størmer

Potete cliccare qui per visionare altri scatti rubati ad opera di Carl Størmer .