11 curiose conseguenze che un soggiorno prolungato nello spazio ha sul corpo umano
Volgendo lo sguardo al cielo stellato potremmo facilmente ritrovarci a pensare a come sia lassù, nello spazio, e in quali condizioni ci ritroveremmo a vivere qualora dovessimo affrontare un viaggio interstellare.
Per soddisfare una buona parte di queste curiosità, in questo articolo saranno descritte 11 curiose conseguenze di un soggiorno prolungato nello spazio e in che modo esso influenzi il funzionamento dell'organismo umano.
Attenzione: le seguenti informazioni sono state ricavate dalle esperienze degli astronauti e dalle previsioni degli esperti riguardo alcune situazioni ipotetiche.
Immagine di copertina: Sputniknews.com
1. L'esposizione alle radiazioni potrebbe danneggiare irreparabilmente l'organismo.
In vista di future missioni su Marte, gli scienziati della NASA hanno studiato attentamente gli effetti di un'esposizione prolungata a radiazioni ben più intense di quelle presenti sulla Terra: gravi indebolimenti cutanei, insorgenza di malattie sanguigne, denaturazione cellulare ed altre gravi conseguenze sono state conseguenze possibili.
2. Diversa circolazione dei fluidi corporei.
La forza di gravità esercitata dalla Terra sui nostri corpi impone un verso discendente di circolazione dei fluidi corporei. In assenza di tale forza, i fluidi (ad esempio il sangue) comincerebbero a circolare in modo differente, comportando un afflusso non più proporzionato in relazione alle diverse aree del corpo.
3. I muscoli subirebbero un progressivo indebolimento.
L'assenza di gravità condurrebbe ad un graduale assottigliamento delle fibre muscolari, ovvero all'atrofia. Per contrastare questo effetto gli astronauti vengono incoraggiati ad effettuare quotidianamente delle routine di allenamento durante i soggiorni nello spazio.
4. Deformazione e restringimento cardiaco.
BodyParts3D/Anatomography/ Wikimedia
Alcuni studi, riguardanti l'incidenza delle condizioni gravitazionali dello spazio aperto sul funzionamento del cuore, hanno mostrato che il muscolo cardiaco sarebbe soggetto a bruschi cambiamenti nella forma (tendente alla sfericizzazione) e nella capacità di pressione, la quale diminuirebbe in modo decisamente pericoloso.
5. La capacità visiva calerebbe in modo irrimediabile.
L'ipertensione endocranica è una particolare sindrome correlata all'aumento della pressione all'interno del cranio, specificamente nell'area cerebrale. Tale problema è riscontrato nella maggior parte degli astronauti che fanno ritorno da soggiorni medio-lunghi nello spazio ma, nonostante le numerose ricerche in merito, la NASA non è ancora riuscita a stabilirne le cause precise e a calcolare una metodica preventiva.
6. Il contatto con un buco nero potrebbe "stirare" il corpo umano fino a disintegrarlo.
Ute Kraus - Tempolimit Lichtgeschwindigkeit - Axel Mellinger/ Wikimedia
A livello teorico, se un essere umano dovesse imbattersi in un buco nero e cominciare una "caduta" al suo interno, il suo corpo sarebbe soggetto ad uno "stiramento" gravitazionale: i legami tra le componenti dell'organismo si indebolirebbero a tal punto da scomporsi in molecole, poi ancora in atomi e, forse, addirittura in particelle elementari.
7. Le unghie delle mani e dei piedi si indebolirebbero fino a cadere.
Ben ventidue astronauti hanno affermato di aver perso le proprie unghie dopo essere rientrati da un soggiorno sulla Stazione Spaziale Internazionale. Secondo uno studio, tale fenomeno sarebbe causato dalla pressione esercitata sulle unghie dai guanti delle tute spaziali: si potrebbe, dunque, risolvere tale inconveniente semplicemente rivedendo il design di queste ultime.
8. Probabili rischi genetici.
NASA/Robert Markowitz/ Wikimedia
Alcuni studi (attualmente ancora in corso) mirano a comprendere quali siano i rischi a livello genetico relativamente ai soggiorni nello spazio. Confrontando gli stati biologici di due gemelli, uno rimasto sulla Terra e uno inviato nello spazio, è emerso che i livelli di alcune proteine si modificano in seguito a un viaggio nello spazio: ad esempio la proteina reattiva C, marker per le infiammazioni, aumenta a causa dello stress derivante dal decollo e dall'atterraggio.
9. I recettori dell'orecchio interno perderebbero la propria funzione di accelerometri.
http://wellcomeimages.org/indexplus/image/V0008879.html/ Wikimedia
L'orecchio interno è dotato di particolari ricettori che informano sui movimenti del corpo in rapporto alla verticale gravitaria, garantendo (tra i tanti vantaggi) un sufficiente equilibrio. Dal momento che tale funzione trova fondamento nella forza di gravità terrestre - responsabile della nostra posizione verticale - nello spazio vuoto tali ricettori smetterebbero di funzionare a causa dell'assenza di gravità, provocando chinetosi e nausea.
10. Assottigliamento delle ossa e modifica delle dimensioni corporee.
Vivere per lunghi periodi di tempo in assenza di gravità provocherebbe - sia come causa dell'indebolimento muscolare che come continuo rinnovamento osseo (a discapito degli strati più calcificati) - un graduale assottigliamento delle ossa che potrebbe comportare fratture una volta tornati sulla Terra. Inoltre, l'assenza di gravità provoca un ispessimento della parte superiore del corpo (a causa della diversa concentrazione dei fluidi) e un allungamento della colonna vertebrale, facendo quindi temporaneamente guadagnare qualche centimetro in più.
11. Aumento del rischio di problemi psicologici.
Le difficili situazioni cui un astronauta è sottoposto durante il soggiorno nello spazio vuoto, la distanza dalla Terra, dagli affetti e dalle comodità della vita quotidiana, unite alla limitatezza dello spazio vitale (l'astronave) aumentano di gran lunga il rischio di insorgenza di problemi psicologici. La NASA e l'agenzia spaziale russa Roscosmos stanno attualmente conducendo numerosi studi riguardo tali fattori di rischio.