Se la cultura si impoverisce la colpa non è dei migranti, ma degli smartphone

di Silvia Ricciardi

27 Marzo 2018

Se la cultura si impoverisce la colpa non è dei migranti, ma degli smartphone

La prospettiva di subire la cosiddetta 'invasione dei migranti' è ormai un argomento sulla bocca di tutti, al punto da essere utilizzato come potente fattore di influenza in ambito politico. Oltre all'abusato mantra 'ci rubano il lavoro', una delle più grandi paure legate alla presenza degli stranieri sul suolo nazionale è quella secondo cui si possano perdere valori, tradizioni e culture proprie di una determinata popolazione.

Su questo argomento si batte dal 2011 lo scrittore francese Renaud Camus, che parla di 'grande sostituzione' e mira ad innescare una polemica sull'identità degli stati 'occidentali'. Secondo lui è in atto un fenomeno per cui la cultura dei grandi stati europei, già debole a causa dell'istupidimento generale indotto dalla televisione, viene rimpiazzata lentamente ma inesorabilmente da quella degli immigrati che vengono accolti e integrati. 

Sebbene il suo ragionamento porti a un'inaccettabile opposizione tra popolazioni residenti 'buone' e invasori 'cattivi', su una cosa possiamo dargli ragione: l'impoverimento della cultura degli stati europei è già in atto. Ma chi ne è il responsabile?

charstarleneTV/YouTube

charstarleneTV/YouTube

Il fatto che tale perdita di connessione con le tradizioni e la cultura umanistica stia avvenendo in maniera massiccia in Cina, in Corea o in Giappone, territori che non subiscono di certo un'invasione da parte dei nordafricani, ci suggerisce la risposta: la cultura si impoverisce non a causa della sostituzione di una popolazione con un'altra, ma a causa della sostituzione dei libri e dei giornali con smartphone e tablet, e con la cultura 'volatile' e superficiale che spesso questi veicolano.

Se la lingua nazionale si impoverisce e i classici finiscono gradualmente nel dimenticatoio, il problema non sono di certo i migranti. Loro sono semmai l'ennesimo capro espiatorio che la massa (o chi la manipola) trova per reagire ad un fenomeno che non riesce a fronteggiare.

In altre parole, se i nostri nipoti sanno poco o nulla della vita che hanno condotto i loro nonni, è perché sono troppo presi dai loro smartphone per ascoltare le storie che questi ultimi hanno da raccontare.

Di seguito vi proponiamo un video semplice e diretto che siamo certi vi stimolerà a riflettere ulteriormente.