La storia di Virginia Apgar, la donna che inventò un metodo in grado di salvare migliaia di neonati

di Giulia Bertoni

01 Aprile 2018

La storia di Virginia Apgar, la donna che inventò un metodo in grado di salvare migliaia di neonati

Quella di Virginia Apgar è una figura molto conosciuta e ammirata nel mondo dell'ostetricia moderna poiché tutti i bambini che vengono al mondo in ospedale vengono in qualche modo visti coi suoi occhi.
Subito dopo la nascita, infatti, essi vengono sottoposti a una serie di osservazioni che fanno parte di ciò che oggi chiamiamo Indice di APGAR, un sistema utilizzato per valutare la salute del neonato in un modo mai applicato prima di allora e che permette di salvare tante vite.

via Medlineplus

Dalla chirurgia all'anestesia per poi approdare all'anestesia ostetrica.

Dalla chirurgia all'anestesia per poi approdare all'anestesia ostetrica.

Wikipedia/Library of Congress

Virginia Apgar si laureò in Medicina nel 1933, quando aveva ventiquattro anni. All'epoca l'America si stava riprendendo dalla terribile crisi del '29, che costrinse la stessa Apgar a chiedere un prestito ad amici di famiglia per poter proseguire gli studi.
Per la scuola di specializzazione aveva deciso di dedicarsi alla chirurgia, ma il professore che la seguiva, sapendo che la concorrenza maschile non le avrebbe permesso di ottenere un posto, la spinse a provare col ramo di anestesia.

Un percorso arduo.

Un percorso arduo.

nih.gov

Anche il suo internato in anestesia si rivelò arduo perché nei viaggi che doveva compiere per visitare le strutture del paese non esistevano alloggi per donne e perché le posizioni che le venivano offerte non erano retribuite.
Nel 1938, però, riuscì finalmente a portare a termine quel percorso di studi e nel tornare alla sua New York, più precisamente al Columbia Presbyterian Hospital, non solo iniziò a lavorare ma venne anche nominata capo del reparto di anestesia.

Wikimedia/Library of Congress

Wikimedia/Library of Congress

La sua sete di sapere e la volontà di aiutare i pazienti la spinsero a specializzarsi ulteriormente e fu così che nel 1949 arrivò a occuparsi di anestesia ostetrica: all'epoca la mortalità delle donne durante il parto era ancora elevata e Virginia desiderava fare qualcosa, sia per garantire il giusto quantitativo di anestetico nei casi di cesareo, sia per scongiurare la morte del bambino.

Oltre a giungere alla conclusione che l'anestesia totale aveva molte più probabilità di causare problemi respiratori al bambino una volta nato, la dottoressa Apgar diede il suo maggiore contribuito nell'ambito della rianimazione infantile: convinta che le tecniche di intervento fino ad allora utilizzate fossero dannose, elaborò un punteggio da attribuire a ciascuna funzione vitale del bambino che ne appurasse al meglio le condizioni di salute e se necessitasse o meno di essere rianimato.
Il codice venne ufficialmente presentato al congresso della International Anesthesia Research Society nel 1952 e pubblicato l'anno seguente col nome di "Newborn Scoring System", ma nel 1962 un medico di nome Joseph Butterfield trovò il modo di ricollegare ad esso il nome di Apgar e coniò l'acronimo con cui è conosciuto e studiato ancora oggi: 

  • A → Appearence (colorito)
  • P → Pulse (frequenza cardiaca)
  • G → Grimace (riflessi)
  • A → Activity (tono muscolare)
  • R → Respiratory effort (attività respiratoria)

Grazie all'introduzione dell'indice di Apgar nei protocolli ospedalieri sono stati scongiurati chissà quanti casi di morti premature di bambini che altrimenti sarebbero stati dimessi senza essere stati appropriatamente visitati.