Impiega 38 anni a costruire un plastico di Roma Antica: il risultato è un tuffo nel passato
Una delle strategie con cui Benito Mussolini tentò di aumentare il prestigio dell'Italia al pari della altre potenze mondiali fu la costruzione di opere mastodontiche che ancora oggi costellano la città di Roma e non solo. Oggi vi vogliamo far conoscere un'opera altrettanto smisurata che però non è attualmente visibile, perché chiusa all'interno di un museo capitolino che aspetta di essere riaperto da anni. Stiamo parlando del plastico di Roma del IV secolo d.C., che mostra fedelmente l'aspetto della capitale dell'Impero all'epoca di Costantino I.
Nel 1933 Mussolini commissionò la costruzione di un plastico del centro di Roma Antica allo storico e architetto Italo Gismondi.
Si trattava di un'opera laboriosissima che l'architetto riuscì comunque a presentare in occasione della Mostra Augustea della Romanità, tenutasi nella capitale nel 1937.
Negli anni successivi continuò ad ampliare il plastico, aggiungendo porzioni sempre più periferiche al centro da cui era partito.
Al termine dei lavori il plastico risultò misurare 17 metri per 17, completamente fatto di gesso alabastrino, in scala 1:250.
Il Gismondi, per la costruzione del plastico, si basò molto sugli scritti dello storico Rodolfo Lanciani, che nel 1901 pubblicò i suoi studi sulla città di Roma sotto il nome di Forma Urbis.
Strade, ponti, edifici, statue, monumenti, piazze e vicoli: non manca assolutamente nulla al plastico che rappresenta Roma nel IV secolo.
Il plastico finito fu consegnato nel 1955 al Museo della Civiltà Romana aperto all'EUR, che ad oggi risulta chiuso, in attesa di lavori di ristrutturazione.
Il plastico costituisce un'opera unica nel suo genere, sia per la sua immensità e ricchezza di dettagli che per l'importanza storica che possiede, essendo un mezzo efficace con cui si può facilmente immaginare come si presentava Roma durante l'epoca costantiniana.