L'Italia è prima in Europa per il consumo di integratori alimentari: ecco alcune verità che dovete sapere a riguardo
Sono molte le persone che con le difficoltà quotidiane non riescono a mangiare regolarmente o che non si espongono abbastanza alla luce del sole, andando incontro così a delle carenza vitaminiche. Se vi inserite in questa categoria, non disperate, ad ogni problema la sua soluzione: integratori alimentari! Almeno questo è quello che ci propinano le pubblicità ed anche qualche figura più professionale. Ma gli ultimi studi sembrano sfatare tutto l'entusiasmo che si era creato attorno le pilloline colorate che ci facevano sentire così bene.
Sono molto positivi i numeri riguardanti gli integratori alimentari, almeno per chi è dall'altra parte del bancone: gli italiani sono i primi consumatori in Europa.
Peccato però che, a quanto pare, gli integratori non servano a migliorare lo stato di salute degli italiani, ma il più delle volte rappresentino solo un inutile spreco di soldi: a dirlo non è qualche associazione complottista, ma la Federazione Italiana Scienze della Vita, punto di coordinamento delle attività delle società scientifiche in campo nazionale ed internazionale. Per quest'ultima, l'uso degli integratori alimentari non è solo improprio - in quanto sarebbe molto più opportuno colmare eventuali carenze vitaminiche con l'alimentazione - ma spesso è la causa di effetti indesiderati, sia per l'elevata possibilità di interferenza con patologie ed altre terapie, sia per il rischio di eccedere con le soglie indicate.
La FederSalus, allo stesso tempo, documenta come l'Italia sia un'assidua consumatrice di integratori alimentari: sono i medici stessi a farne uso ed a consigliarli ai propri pazienti, i quali troppo spesso riconoscono di condurre una vita poco equilibrata e pensano di poter colmare le lacune nutrizionali con le vitamine.
Nel 2017, il 65% della popolazione ha fatto uso di integratori e in media ogni persona ne ha usati due tipi diversi contemporaneamente. I motivi per cui si è fatto ricorso all'uso di pasticche di tale tipo sono diversi: malanni stagionali (38%), perdita di capelli (32%), problemi relativi al sonno (30%), gestione dell'energia (28%). A consigliarli, oltre ai medici di base, ci sono i farmacisti e medici specialisti.
Siamo in testa alla classifica dei Paesi che ne fanno più uso: dopo di noi c'è la Germania, la Russia, il Regno Unito e la Francia. Il nostro assiduo ricorso agli integratori è molto più simile agli americani, che sembrano esserne letteralmente dipendenti.
Di studi in linea con le precedenti conclusioni ce ne sono diversi: tra questi c'è la ricerca condotta da una ricercatrice di Harvad, la quale ha analizzato un campione di 5947 uomini per 12 anni. Al termino dello studio non sono state evidenziate differenze sostanziali tra coloro che assumevano giornalmente multivitaminici e coloro che invece facevano parte del gruppo placebo.
Mettendo insieme tutto ciò che emerge dalle indagini condotte da valenti associazioni mediche, emerge la reale efficacia di tali prodotti farmaceutici che, oltre ad un effetto placebo, dispendio di soldi e nei casi peggiori complicanze di salute, non sembrano apportare altro.
Sono pochissime le situazioni in cui viene confermata la necessità di assumere vitamine attraverso specifici integratori: donne con carenza di acido folico che hanno programmato una gravidanza, la vitamina D per le donne che allattano al seno e la vitamina B12 per gli over 50.
Sources:
- http://federsalus.it/news.php?id=1323
- http://www.fisv.org/gdl-salute-e-qualit%C3%A0-della-vita/item/592-due-parole-sugli-integratori-alimentari-servono-sono-sicuri
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3858850/