L'Epitaffio di Sicilo è la canzone integrale più antica che sia stata mai ritrovata: risale all'Antica Grecia
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Sappiamo bene che la musica ha accompagnato i tempi antichi, così come continua a farlo nei giorni odierni: allora come oggi si cantava per svago, alle feste, per amore o per denunciare questioni sociali. Gli archeologi hanno rinvenuto testimonianze appartenenti a diverse epoche, potendo così ricostruire gli stili e i diversi modi di trascrizione delle note. Ovviamente delle popolazioni più antiche sono stati ritrovati perlopiù frammenti di composizioni: ma nel caso dell'Antica Grecia disponiamo di una stele unica nel suo genere, perché contiene un componimento intero che è anche l'unico integrale risalente a questo periodo.
L'Epitaffio di Sicilo è il più antico componimento musicale integrale mai ritrovato, oltre ad essere l'unico risalente all'Antica Grecia del periodo che va dal II a.C. al I secolo d.C..
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Si trova iscritto su una stele marmorea di un'installazione funeraria, ritrovata nella regione dell'Egeo in Anatolia, nel 1885. Sulla stele sono presenti 12 righe, di cui 6 con caratteri alfabetici, mentre i restanti con note musicali.
La fortuna di averlo trovato integralmente è sicuramente legata alla sua brevità: rispetto ad altri componimenti della stessa epoca, questo risulta molto sintetico.
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Nationalmuseets fotograf/Wikimedia
L'epitaffio pare essere una dedica amorosa, probabilmente scritta alla moglie dell'autore. Lo scritto recita così:
Finché vivi, mostrati al mondo,
non affliggerti per niente:
la vita dura poco.
Il tempo alla fine esige il suo tributo.
Pur essendo un epitaffio i toni non solo quelli voluti tipicamente da un'iscrizione funebre: al contrario sono gioiosi, incoraggianti e pieni di speranza. Si tratta di un esempio di epitaffio molto inusuale.
La stele contiene anche una curiosa iscrizione.
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Un'immagine, la pietra,
sono; mi pone
qui Sicilo,
segno durevole
di un ricordo immortale.
Immagine: testo dell'epitaffio in greco.
La stele oggi si trova custodita all'interno del Museo Nazionale Danese: ancora oggi può essere suonata e cantata come era originalmente, proprio per la sua perfetta conservazione.
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Immagine: spartito musicale e testo dell'epitaffio.