3 tipi di violenza psicologica che annientano l'autostima di un bambino
Alle punizioni manesche nei confronti dei bambini possiamo reagire in maniera immediata, rifiutandole a prescindere o schierandoci dalla parte di chi ritiene che un ceffone sul sederino ogni tanto non sia una misura eccessiva. Molto più sottili da percepire ma dal potenziale dannoso enorme, però, sono anche le pressioni psicologiche che si fanno spazio nella mente dei bambini con conseguenze che possono rimanere latenti a lungo ma poi manifestarsi in tutta la loro gravità. Stiamo parlando in particolare dei tre tipi di violenza che, più di altri, influiscono negativamente sul bambino.
Tre tipi di atteggiamento che minano la serenità e la fiducia in se stesso di un bambino.
- L'umiliazione.
Umiliare un bambino significa danneggiare la sua autostima e, nei casi più gravi, annullarla del tutto. Le critiche costanti, le false accuse, gli insulti gratuiti sono i mezzi coi quali si provoca una sempre maggiore chiusura in se stessi e l'intaccamento della fiducia in se stessi che sarebbe invece fondamentale coltivare. Si tratta, fra l'altro, del modo in cui agisce il bullo, solitamente esponendo la sua vittima a pesanti critiche in contesti in cui sono presenti anche coetanei. - Il lavaggio del cervello.
Non si tratta di un rischio a cui sono esposte solo le persone parte di gruppi politici o religiosi estremisti o fondamentalisti, ma anche i bambini di famiglie "normali": facciamo l'esempio di due genitori separati che si accusano vicendevolmente di fatti spiacevoli davanti ai figli, magari cercando di convincerli a stare dalla loro, oppure di genitori che per qualche motivo si convincono che il loro bambino abbia un determinato problema e, invece di farsi aiutare da un esperto, applicano metodi e procedure discrezionali causando nel bambino problemi di ansia e provocando confusione. - L'isolamento.
L'isolamento del bambino può verificarsi in caso di famiglie iper-protettive, che tendono a organizzare secondo schemi ben precisi ogni momento della sua giornata, oppure a decidere in maniera molto selettiva le persone che può e non può frequentare. Il rischio è quello di creare una totale dipendenza nei confronti dei genitori, un'incapacità di autonomia e indipendenza da adulti, nonché la difficoltà di affrontare le difficoltà del mondo al di fuori delle mura domestiche e delle proprie abitudini famigliari.
Crescere un figlio è il compito più arduo che affrontiamo nella vita: se dovessimo capire di non riuscire a farcela sempre da soli, è importante non vergognarsi di ammetterlo con se stessi e poi cercare aiuto in chi può darci mezzi concreti coi quali provare a superare una difficoltà.